Vorrei diventare un'oca - l'autobiografia e la conferenza del Nobel [Lorenz - Muzzio Editore]

Attribuisco agli eventi vissuti nell'infanzia un valore essenziale per lo sviluppo intellettuale e scientifico di un uomo. Sono cresciuto nella grande casa, e nell'ancora più grande giardino, dei miei genitori ad Altenberg. Nei confornti nel mio indiscriminato amore per gli animali, essi furono assai tolleranti. La bambinaia che mi accudiva, Resi Fiihringer, discendeva da una vecchia famiglia patrizia di campagna. Con gli animali, possedeva il "pollice verde". Quando mio padre, al ritorno da una passeggiata nei boschi di Vienna, mi portò a casa una salamandra maculata e me la diede con l'ingiunzione di liberarla dopo cinque giorni, si compì la mia fortuna: la salamandra dette la nascita a 44 larve, di cui noi, intendendo per "noi" la Resi, riuscimmo a portare alla metamorfosi 12 esemplari. Già da solo, questo successo sarebbe bastato a determinare la mia futura carriera, ma a tale fatto va aggiunto un ulteriore fattore: mi venne letto il Nils Holgersson di Selma Lagerlòf - allora non sapevo ancora leggere. Da quel momento in poi, bramavo soltanto di diventare un'oca selvatica e, comprendendo che questo non sarebbe stato possibile, con tutte le mie forze volli almeno possederne una, e, quando anche questa cosa si dimostrò impossibile, mi stabilizzai finalmente sul progetto di avere delle anatre domestiche. Mentre me ne procuravo alcune, scoprii il processo dell'imprinting e io stesso subii l'imprinting. Da una famiglia di vicini ebbi un anatroccolo di un giorno e scoprii, con mia grande gioia, che esso trasferiva alla mia persona le sue reazioni. Contemporaneamente, il mio interesse si fissò indelebilmente sugli uccelli acquatici, e divenni così un esperto del loro comportamento quando ero ancora un bambino.