Trapianti d'organo: problemi etici, aspetti sociali

La chirurgia dei trapianti d'organo, definita come "una sicura ed insostituibile opportunità terapeutica capace di risolvere positivamente oggettive situazioni di pericolo e di danno per la vita o per la validità individuale, non altrimenti c/o non altrettanto efficacemente trattabili" (Comitato Nazionale per la Bioetica, Donazione d'organo a fini di trapianto, 7 ottobre è in continua evoluzione. Le sempre più perfette tecniche chirurgiche, unite alluso di farmaci immunosopprcssori sempre più in grado di dominare il rigetto dell'organo trapiantato, hanno permesso di raggiungere in breve risultati eccezionali ma, nello stesso tempo, questi sono apparsi talvolta sconcertanti e inauditi ponendo interrogativi alla coscienza dell'uomo. Tali interrogativi richiedono una riflessione di tipo antropologico e di tipo etico per l'intrinseco valore umano che contraddistingue il problema trapianti. Fino a che punto ò lecito sostituire degli organi del corpo umano? Esiste un limite ai trapianti? Quale confine fra potere tecnico e potere umano? K ammissibile il commercio di organi? In ultima istanza tali interrogativi rimandano all'unica e inevitabile domanda: che cosa è bene e che cosa è male?