Ricerche in tema di società questuarie

Abbiamo dedicato queste pagine all’approfondimento di alcuni profili specifici riguardanti il regime delle società questuarie. Sul piano terminologico ci adegueremo al linguaggio largamente impiegato in letteratura ma, segnaliamo fin d’ora, l’espressione societas quaestus – da cui ‘società questuaria’ – come noto, non è testimoniata nelle fonti. Il termine quaestus nel significato di guadagno1 ex opera2 è usato raramente per il diritto classico in collegamento a societas;3 eppure l’espressione ‘società questuaria’ ha conosciuto un largo impiego perché consente di contrapporre, all’interno del contratto consensuale di societas, le società cosiddette di godimento, riconducibili allo schema generale della societas omnium bonorum, alle società cosiddette di lucro, riconducibili al modello generale della societas universorum quae ex quaestu veniunt. Ma il linguaggio delle fonti giuridiche non conosce neppure la distinzione tra società di lucro e società di godimento: ancora una volta ci troviamo di fronte a categorie largamente impiegate in dottrina per esigenze di sistema, ma estranee alle fonti. In effetti, alla luce delle testimonianze a nostra disposizione è possibile, piuttosto, compiere una distinzione tra società generali e società particolari.5 Le prime sono da ricondurre alla societas omnium bonorum e alla societas universorum quae ex quaestu veniunt. Come tutti sanno, nella societas omnium bonorum, a sua volta verosimilmente discendente dall’arcaico consortium familiare,6 i soci si obbligavano a communicare il loro intero patrimonio, presente e futuro, oltre che tutti i guadagni e le perdite derivanti da ogni loro attività, anche singolarmente svolta. Nella societas universorum quae ex quaestu veniunt7 i soci erano tenuti ad imputare alla società i soli guadagni...