Parole lievi, parole grevi tra psicologia clinica e medicina

Il testo si muove su un doppio registro: “narrazione” e letteratura scientifica. Come sfogliando il diario del protagonista, il lettore diviene compartecipe degli incontri, delle vicende, delle riflessioni di un medico che si interroga sulla propria professione e che avvicina, con curiosità, alcuni concetti psicologici. Vengono quindi trattati esplicitamente temi inerenti la relazione medico-paziente, la motivazione alla professione medica, il ruolo delle emozioni, la gestione della cronicità, i meccanismi di difesa, le strutture di personalità, i paradigmi scientifici, la relazione mente-corpo, la regolazione affettiva, la creatività. Attraverso la storia, implicitamente, si narra delle difficoltà legate al cambiamento, di come un modello, una prospettiva di lettura della realtà si componga di aspetti cognitivi, razionali, ma anche affettivi, essendo ad essa sottesa una visione del mondo, che coinvolge quindi l'intera realtà. Si comunica l'importanza degli affetti e delle relazioni - dei “buoni amici” - non solo come componenti essenziali ad un benessere contingente, del presente, ma come garanti e promotori della nostra salute anche futura: sono le relazioni che viviamo e gli apprendimenti che da esse potranno derivare ad offrirci la possibilità di positive evoluzioni nel corso della nostra intera vita. Si testimonia, attraverso le vicende del protagonista, l'idea di salute come ricerca continua di equilibri migliori, anche quando la vita che già si vive è buona o abbastanza buona. Si racconta di come la conoscenza non sia anodina, i cammini faticosi, le crisi dolorose, ma insieme salutari. Si testimonia l'importanza di porsi domande, di interrogarsi sulle nostre scelte, sia professionali che private, per vivere con lucidità e pienezza il nostro tempo. Si esprime la continuità fra il modo di interpretare la nostra professione ed il nostro modo di vivere l'esistenza.