Come è stato possibile che il turpiloquio e le parolacce siano diventate prassi comune nel linguaggio politico? Che i maggiori protagonisti delle istituzioni abbiano cominciato a sproloquiare in maniera sistematica e a usare l'insulto a mo' di clava contro gli avversari anziché ricorrere a perifrasi più educate? Il libro traccia un filo conduttore che parte dal ventennio fascista, attraversa l'era della Milano da bere di Bettino Craxi, fino alla Seconda Repubblica, con Umberto Bossi, ambasciatore del 'Celodurismo', e Silvio Berlusconi, autore di memorabili barzellette osé. E ancora Beppe Grillo che ha fatto della parolaccia non solo una cifra del suo campionario lessicale, ma l'atto costitutivo del Movimento 5 Stelle, un partito che, di fatto, è stato partorito da un grande Vaffa. A seguire il volume analizza la strategia del negative campaigning di Matteo Salvini, il motto caprino di Vittorio Sgarbi, la retorica sprezzante di Donald Trump e altri episodi emblematici di questo cambio linguistico finalizzato a un eterno show. Attraverso aneddoti, gag e riferimenti storici che vanno dallo scandalo di Mani Pulite alla diffusione dei social media, il volume esplora e indaga l'evoluzione della comunicazione ingiuriosa nel discorso pubblico, soffermandosi sul volto menobon ton del vocabolario: le parolacce.
Maggiori Informazioni
Autore
Cicognani Benedetta
Editore
Franco Angeli
Anno
2024
Tipologia
Libro
Collana
Cultura della comunicazione
Num. Collana
96
Lingua
Italiano
Indice
Male-detti! Roberto Cammarata, Degenerazione del linguaggio e produttività politica dell'insulto Introduzione Vituperio e turpiloquio in politica: un fenomeno dalle origini lontane (La sconfitta del fair play linguistico; L'insulto fascista tra volontà di potenza e machismo; Bettino Craxi e la leggerezza della Milano da Bere; La Seconda Repubblica: dal politichese al gentese) Qualunquemente. Il primo exploit del turpiloquio (Berlusconi, l'uomo della gente e del fare; Barzellette osé e Forza Gnocca; Komunisti uguale coglioni;Il celodurismo di Bossi) Social media: il business delle emozioni astiose (Radicalizzazione delle posizioni; Tempeste di escrementi e ultras delle idee; Il capro espiatorio; Benaltrismo e fantasmagoriche connessioni) Il buono e il cattivo (La genesi del Vaffanculo; Grillo e il turpiloquio manicheo; Lo scarabeo che mangia lo sterco) Meglio impaurire che motivare (Matteo Salvini e la Bestia affamata; La lezione di Finkelstein; Vituperio e populismo in Donald Trump) Le funzioni del turpiloquio (Dai nomignoli alle invettive: disonorare l'onorevole; Guarda chi insulto e capirai chi sono; Francamente ce ne importa: la volgarità come forma di onestà; Attention, please) La parolaccia come show e strategia (Il caso del motto caprino di Sgarbi; L'insulto intriso di sessismo; Impoverimento lessicale e di pensiero; "Vaffa" alla politica del "vaffa") Conclusioni. Non abusarne troppo Bibliografia di riferimento Ringraziamenti.