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Non ho mai ucciso un ebreo. Distorsione della realtà e devozione all'ubbidienza in Adolf Eichmann

ISBN/EAN
9788857556055
Editore
Mimesis
Collana
Gli imperdonabili
Formato
Libro in brossura
Anno
2019
Pagine
100

Disponibile

8,00 €
Attraverso l'analisi di una serie di documenti, questo testo dimostra come una condizione di distorsione della realtà e di devozione all'ubbidienza permisero a Adolf Eichmann di organizzare le deportazioni degli ebrei europei verso i campi di sterminio senza considerarsi responsabile della loro morte. Sostenuto da un processo di distanziamento e di negazione della realtà, infatti, Eichmann riuscì a neutralizzare le proprie incertezze e i propri conflitti di coscienza rispetto al genocidio ebraico, una condizione che confermerebbe l'idea di Hannah Arendt secondo cui Eichmann non era presente a se stesso nel compiere i propri crimini. Ciò spiegherebbe perché egli fu sempre convinto di non aver mai ucciso nonostante l'evidenza dei fatti. Questa condizione di distorsione della realtà avallerebbe dunque la tesi arendtiana sull'incapacità di Eichmann di pensare alle conseguenze delle proprie azioni e confuterebbe le varie tesi volte a decostruire il concetto di "banalità del male".

Maggiori Informazioni

Autore Loiacono Fiorenza
Editore Mimesis
Anno 2019
Tipologia Libro
Collana Gli imperdonabili
Num. Collana 8
Lingua Italiano
Larghezza 0
Stato editoriale In Commercio