Neurofisiologia. Eccitabilità cellulare

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- ISBN/EAN
- 9788829929146
- Editore
- Piccin Editore
- Formato
- Libro in brossura
- Anno
- 2018
- Pagine
- 129
Disponibile
17,50 €
La neurofisiologia studia le funzioni del sistema nervoso analizzando organi interi, gruppi di neuroni, singole cellule o compartimenti subcellulari. Un neurofisiologo è quindi in grado di affrontare una serie di questioni scientifiche spaziando da singole molecole ad interi sistemi neuronali. Caratteristica unificante di questa disciplina è l’interesse per i meccanismi che determinano il trasferimento di informazioni tra neuroni e la loro integrazione nell’ambito di reti più o meno vaste. Questo materia è importante non solo per capire i processi che determinano il pensiero ed il comportamento umano, ma anche per diagnosticare e trattare i disturbi legati al malfunzionamento del sistema nervoso.
Scopo di questo libro è fornire agli studenti del corso di laurea in Medicina e Chirurgia una solida base neurofisiologica, indispensabile per affrontare l’ambiente clinico. In questo volume vengono descritti i meccanismi che regolano l’eccitabilità cellulare del tessuto nervoso e muscolare, soffermandosi anche su problemi tuttora irrisolti. Sono inoltre illustrate le principali tecniche usate per indagare il comportamento sia di singole cellule, sia di vaste regioni del cervello. Vengono infine delineate alcune applicazioni cliniche della ricerca neurofisiologica. Lo studente troverà nel testo richiami anatomici (box rosa) o fisico-chimici (box arancio), approfondimenti di neurofisiologia (box verdi) e cenni di clinica (box azzurri). In numerosi capitoli sono inoltre fornite informazioni storiche (box marroni).
A chiusura di questa presentazione, una piccola riflessione su una domanda che mi sono posto svariate volte nel corso della carriera: cosa ci rende umani?
Secondo Michael Gazzaniga, professore di psicologia all’Università della California e direttore del centro SAGE per lo studio della mente, ciò che rende l’uomo unico è che1 abbiamo un cervello più grande di quello atteso per una scimmia, che abbiamo una neocorteccia che è tre volte più grande di quanto previsto per le nostre dimensioni corporee, che abbiamo alcune aree della neocorteccia e del cervelletto che sono più grandi del previsto, che abbiamo più sostanza bianca di …, e via di seguito. Ma dal momento che il cervello umano non è il più grande tra quelli presenti sulla Terra, le capacità cognitive dell’uomo, indubbiamente superiori, non possono essere messe solo in relazione con un parametro così limitativo come la dimensione del cervello. Il dito potrebbe essere puntato su un’altra eccezionalità che, curiosamente, non è cervellocentrica, ma corpocentrica. Con un corpo più piccolo, ma con un cervello più grande di quello delle grandi scimmie, la specie umana si discosta molto dal rapporto tra dimensioni del corpo e dimensioni del cervello che si applica a tutti gli altri primati, grandi scimmie comprese. I recenti sforzi a sostegno di questa unicità si sono concentrati sulla ricerca di differenze genetiche tra esseri umani ed altri primati , nonché nell’evidenziare particolarità a livello cellulare , ma questi studi non hanno portato ad alcuna conclusione definitiva.
Considerare il cervello umano come unico richiede dunque la necessità di classificarlo come un outlayer: un’eccezione alla regola, qualunque essa sia. Un aspetto che ha però poco senso in termini evoluzionistici. Se si afferma e si insegna che l’evoluzione è l’origine della diversità della vita, e se si studiano le tendenze e le leggi che si applicano ai regni, ai generi e agli ordini nel loro complesso, non ha nessun senso proporre regole che si applicano ad altri primati ma non a noi. D’altro canto, secondo Richard Haier, dell’Irvine College of Medicine, le capacità cognitive potrebbero dipendere non dal volume totale del cervello, ma dal volume della materia grigia di alcune aree specifiche. Dopo aver studiato con la risonanza magnetica l’immagine del cervello di soggetti adulti con quoziente di intelligenza normale, il ricercatore americano ha sottolineato che esiste un flusso continuo di informazioni che vengono elaborate dal cervello ma l’intelligenza sembra essere correlata solo al funzionamento efficiente di poche strutture (nei lobi frontali e parietali), all’interno delle quali più materia grigia c’è, meglio è.
Dare un senso alla complessità del cervello non è dunque facile. Sta di fatto che, a differenza di quello animale, il cervello umano è responsabile delle sue capacità per l’arte, la musica, la lingua, il pensiero razionale e i giudizi morali, determinando così la personalità di ciascun individuo. Ripropongo dunque la domanda: cosa ci rende umani? La risposta che mi sono dato, forse troppo semplice rispetto alle argomentazioni appena presentate, è che ciò che ci rende umani è proprio il nostro cervello, l’unico, al momento, in grado di studiare altri cervelli.
Maggiori Informazioni
Autore | Cavallari Paolo |
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Editore | Piccin Editore |
Anno | 2018 |
Tipologia | Libro |
Lingua | Italiano |
Indice | Cap. 1. Aspetti generali. . . . . . . . . . . . . . . 1 Antefatto ............................... 1 Eccitabilità cellulare. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9 I neuroni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9 Comunicazione cellulare . . . . . . . . . . . . . . . . . 10 Digitalizzazione dei segnali nei neuroni. . . . . . 11 Un esempio pratico di circuito neurale. . . . . . . 13 Cap. 2. Il potenziale di membrana a riposo .. . . . . 15 Fattori che determinano il potenziale di membrana........ 16 Un esperimento illuminante. . . . . . . . . . . . . . . . . 17 Modello elettrico della membrana. . . . . . . . . . . . 19 Aspetti quantitativi del potenziale di membrana 19 Permeabilità a più specie ioniche. . . . . . . . . . . . . 20 Mantenimento del potenziale di membrana. . . . . 23 Analisi del modello elettrico della membrana . . . 24 Cap. 3. Risposte passive della membrana cellulare... 27 Stimolazione elettrica di una membrana a riposo 28 Circuito RC e flusso di cariche nel sistema . . . . . 29 Cap. 4. Potenziale d’azione. . . . . . . . . . . . 33 Le correnti di membrana . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33 Dinamica del potenziale d’azione . . . . . . . . . . . . 39 Il canale del sodio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 42 Il canale del potassio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 46 Evoluzione del modello di membrana . . . . . . . . . 47 Differenze tra potenziali graduati e potenziale d’azione.... 48 Cap. 5. Propagazione delle correnti intracellulari ................ 51 Conduzione dell’impulso nervoso nelle fibre amieliniche.... 51 Propagazione elettrotonica dei segnali sottosoglia............... 51 Propagazione elettrotonica del potenziale d’azione.............. 52 Conduzione dell’impulso nervoso nelle fibre mieliniche....... 53 Guaina mielinica. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 53 Nodo di Ranvier . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 54 Propagazione saltatoria. . . . . . . . . . . . . . . . . . . 54 Stimolazione e registrazione dell’attività nervosa . 55 Stimolazione con elettrodi intracellulari. . . . . . 55 Stimolazione con elettrodi extracellulari . . . . . 56 Registrazione unipolare dell’attività nervosa . . 58 Registrazione bipolare dell’attività nervosa . . . 60 Stimolazione e registrazione di potenziali monofasici del nervo. . . 61 Misura della velocità di conduzione . . . . . . . . . 62 Diametro e velocità di conduzione delle fibre nervose........... 62 Cap. 6. La sinapsi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 65 Caratteristiche delle sinapsi chimiche . . . . . . . . . 68 Caratteristiche delle sinapsi elettriche . . . . . . . . . 81 Differenze tra sinapsi chimiche ed elettriche. . . . 81 Inibizione presinaptica. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 83 nibizione laterale ed inibizione ricorrente . . . . . 84 Cap. 7. Potenziali d’azione cardiaci . . . . . 85 Autoritmicità: il miocardio specifico . . . . . . . . . . 85 Eccitazione del cuore: il miocardio proprio. . . . . 92 Cap. 8. Elettrocardiogramma . . . . . . . . . . 95 Registrazione del segnale elettrocardiografico . . 95 Relazione tra tracciato EGC e potenziali cardiaci intracellulari....... 97 Aspetto dell’ECG nelle differenti derivazioni . . . 98 Asse elettrico del cuore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 100 Cap. 9. Contrazione muscolare . . . . . . . . 105 Muscolo scheletrico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 105 Muscolo cardiaco. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 119 Muscolo liscio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 125 |
Stato editoriale | In Commercio |
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