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CARDIOTOCOGRAFIA: quando utilizzarla, come interpretarla, quali management

ISBN/EAN
9788829928934
Editore
Piccin Editore
Formato
Cartonato
Anno
2018
Pagine
288

Disponibile

70,00 €
Sono diventata un’esperta di cardiotocografia “per caso”. Correva l’anno 1981, dovevo laurearmi e il mio Direttore di allora, Professor Attilio Gastaldi, mi propose una tesi di Laurea proprio sulla cardiotocografia, in particolare sulla nuova metodica per la valutazione dei tracciati, lo Score, molto di moda in quel periodo, soprattutto in America. Ovviamente fino a quel momento nessuno mi aveva mai spiegato in cosa consisteva la CTG, né tantomeno quale era il metodo per la lettura e l’interpretazione dei tracciati e la situazione era per me particolarmente critica, perché le pubblicazioni relative a questo argomento erano poche anche in lingua inglese, e una sola nel 1981 era da poco disponibile in italiano. Si trattava del testo-atlante di cardiotocografia di Wolfang M. Fischer, pubblicato in Germania nel 1976 e tradotto nel 1979 nella nostra lingua a cura di G.D. Montanari, A. Delucca e G.C. Di Renzo. Questo libro, peraltro solo in parte dedicato alla cardiotocografia, divenne per così dire la mia “Bibbia” e il mio punto di riferimento per iniziare a capire in cosa consisteva la CTG e ad apprendere una metodologia per la lettura e l’interpretazione dei tracciati. Con Fisher inizia la cosiddetta moda degli “score” per la valutazione della cardiotocografia, sia antepartum che intrapartum, un modo molto semplice, simile al punteggio di Apgar, utilizzato da tempo per la valutazione del benessere del neonato. Si trattava di analizzare i cinque differenti parametri della cardiotocografia separatamente, attribuendo a ciascuno una valutazione numerica (0-1-2) e sommando alla fine i dati: con punteggio 8-10 il tracciato era fisiologico, da 5 a 7 era dubbio, da 0 a 4 francamente patologico. Dopo Fisher altri Autori americani, Krebbs e Lyons in particolare, avevano affrontato il problema della valutazione dei tracciati nello stesso modo e così mi sono ritrovata a confrontare nella mia tesi le differenti metodiche, alla ricerca dello “score ideale”, quello migliore e più utile per una corretta interpretazione della CTG, almeno nell’ottica di quei tempi. In questo modo è cominciato il mio apprendistato e da qui è partita un’esperienza culturale che mi accompagna ancora oggi e che mi ha attribuito il ruolo, talvolta scomodo, di esperta della cardiotocografia, prima nel mio ospedale e, successivamente, un po’ in tutta Italia. Nella mia iniziale formazione ho sentito moltissimo la mancanza di punti di riferimento e la “solitudine culturale” ha caratterizzato quei primi anni: i dubbi erano tanti e, benché la metodica fosse utilizzata nella clinica quotidiana ovunque in modo intensivo dagli inizi degli anni ’70, non esisteva una formazione di base per gli operatori. Ognuno apprendeva a leggere ed interpretare i tracciati come poteva, solo sul campo e solo da strutturato, come se la cardiotocografia fosse facile e priva di ambiguità. Questo è successo ovunque nel mondo e in parte il problema della corretta formazione degli operatori non è stata ancora affrontata e risolta nei modi più adeguati neppure oggi. Peraltro dal 1983 ho cominciato, su richiesta della Maestra Ostetrica (come si chiamava allora l’ostetrica coordinatrice della scuola di ostetricia), a tenere annualmente un corso di formazione sulla cardiotocografia per le allieve ostetriche e dall’anno 1995 anche per gli specializzandi della scuola di specialità di Brescia. Questo significa che tutti gli specialisti che sono usciti dalla nostra scuola in precedenza non hanno mai fatto neppure un’ora di formazione per apprendere in modo corretto la metodica più importante per valutare il benessere fetale in sala parto e, ahimè, questo è successo ovunque nel mondo. Non deve meravigliare pertanto se proprio la CTG, spesso mal conosciuta e male utilizzata, ha contribuito in modo sostanziale all’aumento esponenziale dei tagli cesarei, con tutte le conseguenze connesse per le madri e per i loro bimbi, a breve e a lungo termine. Quello che è successo nel passato è spiacevole e non corretto, ma la cosa paradossale è che in Italia ancora oggi possano esserci scuole di specialità nella nostra disciplina che non prevedono un corso di formazione di base sulla cardiotocografia. Invece il bisogno di formazione in quest’ambito è da sempre molto sentito e così si spiega perché, dopo aver iniziato per caso a fare un corso di formazione sulla cardiotocografia ad Arezzo nel 2003, a tutt’oggi le richieste sono tante e paradossalmente invece di diminuire continuano ad aumentare. In pratica sono sempre in giro per l’Italia e non riesco a concludere questa mia attività didattica “da piccione viaggiatore”, come la definisce scherzosamente la mia famiglia. Questo libro pertanto nasce proprio da queste considerazioni: il bisogno di formazione in quest’ambito c’è ed è ben lungi dall’esaurirsi, e allora potrebbe essere utile mettere in un testo tutto quello che mi sforzo di spiegare e approfondire nei tanti corsi che ho tenuto in questi anni. Penso soprattutto agli operatori più giovani, ginecologi e ostetriche, che con questo libro possono avere a disposizione un ulteriore punto di riferimento culturale per lavorare in sala parto con la serenità e la sicurezza che nascono e si consolidano quanto più le conoscenze sono adeguate. Luana Danti Già Responsabile Puerperio UO Ostetricia e Ginecologia ASST Spedali Civili, Brescia

Maggiori Informazioni

Autore Danti Luana
Editore Piccin Editore
Anno 2018
Tipologia Libro
Lingua Italiano
Indice 1. Breve storia della cardiotocografia . . . . .1 Gli albori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1 Lastoriarecente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2 2. A cosa serve la cardiotocografia: vantaggi e limiti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5 La CTG intrapartale non ha capacità predittiva per il danno neurologico né nei feti a termine né in quelli pretermine . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5 Vantaggidellacardiotocografia .............. 6 Limitidellacardiotocografia................. 6 Necessità di una corretta formazione di base perlacardiotocografia .................... 7 3. Cardiotocografia antepartum . . . . . . . . . 9 Quando utilizzarla . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Perché la cardiotocografia non può essere utilizzata come test di screening . . . . . . . . . . Quale management nelle gravidanze “late term” Cardiotocografia antepartale nelle gravidanze ad elevato rischio ipossico . . . . . . . . . . . . . . Quando iniziare la cardiotocografia nelle gravidanze ARO . . . . . . . . . . . . . . . . . Segni cardiotocografici di ipossia cronica . . . . . Management del feto IUGR su base vascolare . . LostudioTRUFFLE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Due esempi di cardiotocografia antepartale in casi di gravidanze ARO per IUGR con doppleralterato ........................17 ■ Caso clinico 1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .17 ■ Caso clinico 2 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .17 4. Gravidanze a basso rischio ipossico: quando e perché l’auscultazione intermittente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .21 CTG in travaglio: quale predittività come test diagnostico per l’ipossia fetale secondo il teorema di Bayes . . . . . . . . . . . . . . . . . Quando e come utilizzare l’auscultazione intermittente.................... Quando è indicato il passaggio dalla AI allaCTGincontinuum. . . . . . . . . . . . . . . Perchéevitare“toomuchMedicine”. . . . . . 5. Come si valuta un tracciato cardiotocografico . . . . . . . . . . . . . . . . . . .31 Il metodo per una corretta lettura della CTG . L’attivitàcontrattile:latocografia. . . . . . . . Primo parametro: frequenza cardiaca di base Secondo parametro: variabilità o ampiezza Terzo parametro: accelerazioni e movimenti attivi fetali . . . . . . . . . . . . . . . . Concetto di buona reattività . . . . . Segnalicardiotocograficid’allarme. Quartoparametro:ledecelerazioni Tachicardia fetale. . . . . . . . . . Bradicardia fetale . . . . . . . .. . Tracciatosinusoidale. . . . . . Tempi di tolleranza di un tracciato non rassicurante per un feto sano a termine: il parametro tempo ...63 - Caso clinico 1 ...66 Tempi di tolleranza di un tracciato non rassicurante nei feti ad alto rischio ipossico ...68 - Caso clinico 2 ... - Caso clinico 3 ... Le quattro regole per la lettura e la corretta interpretazione del tracciato cardiotocografico . .. . .75 6. Farmaci e cardiotocografia . . . . . . . . . . 79 Premessa. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .79 Corticosteroidi .........................79 ■ Caso clinico 1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .80 ■ Caso clinico 2 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .82 Betamimetici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .83 Antinfiammatori e FANS ...................84 ■ Caso clinico 3 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .85 ■ Caso clinico 4 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .87 Antipertensivi. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .88 ■ Caso clinico 5 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .88 ■ Esempio clinico 6 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .89 Antistaminici, ansiolitici, antiepilettici . . . . . . . . . . .90 ■ Esempio clinico 7 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .90 Analgesia epidurale e CTG . . . . . . . . . . . . . . . . . .90 7. Cardiotocografia intrapartum e antepartum in relazione ai differenti tipi di ipossia fetale . . . . . . . . . . . . . . . . . 93 Premessa. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .93 Ipossiafetalealentaevoluzione . . . . . . . . . . . . . .94 ■ Caso clinico 1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .96 Ipossia fetale subacuta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .99 ■ Caso clinico 2 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 102 ■ Caso clinico 3 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 103 Ipossia fetale acuta. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 105 Tipo A . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 105 Tipo B. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 107 ■ Caso clinico 4 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 108 ■ Caso clinico 5 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 109 ■ Caso clinico 6 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 112 ■ Caso clinico 7 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 113 Ipossiafetalecronicapreesistente . . . . . . . . . . . . 113 ■ Caso clinico 8 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 115 ■ Caso clinico 9 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 116 ■ Caso clinico 10 . . . .. . . . . . . . . . . . . . . . . 117 ■ Caso clinico 11 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 117 ■ Caso clinico 12 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 118 8. Classificazioni della cardiotocografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 121 Breve storia delle classificazioni: gli albori . . . . . . . 121 Le classificazioni più recenti in Europa e in America . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 123 Conclusioni ..........................129 9. Cardiotocografia in periodo espulsivo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 131 Considerazioni iniziali. . . . . . . . . . . . . . . . . Problemi e possibili errori del periodo espulsivo Le grandi differenze fra il primo e il secondo stadio del travaglio. . . . . . . . . . Come controllare il benessere del feto in periodo espulsivo quando la gravidanza è fisiologica e non ci sono segni di ipossia . . . L’interpretazione della cardiotocografia in periodo espulsivo . . . . . . . . . . . La classificazione di Piquard . . . . . . Cos’è importante valutare oltre alla cardiotocografia . . . . . . . . . . . I possibili differenti scenari: cosa fare e cosa non fare . . . . . . . . . . . . I tempi e la gestione dell’emergenza in presenza di bradicardia grave e prolungata: la regola dei 3 minuti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Manovre conservative: come e perché . . . . . . Cosa non fare quando la situazione è critica . . . Esempi e casi clinici ■ Caso clinico 1 ■ Caso clinico 2 . ■ Caso clinico 3 . ■ Caso clinico 4 . ■ Caso clinico 5 . ■ Caso clinico 6 . ■ Caso clinico 7 . ■ Caso clinico 8 . ■ Caso clinico 9 . ■ Caso clinico 10 ■ Caso clinico 11 ■ Caso clinico 12 ■ Caso clinico 13 ■ Caso clinico 14 ■ Caso clinico 15 ■ Caso clinico 16 ■ Caso clinico 17 ■ Caso clinico 18 ■ Caso clinico 19 10. Differenti eziologie dei diversi segnali di anomalia cardiotocografica . . . . . . . . . . . . . . . .183 Gestione corretta della normalità cardiotocografica Gestione corretta delle anomalie cardiotocografichelievi-medie . . . . . . . . . . . . . Alterazioni cardiotocografiche gravi . . . . . . . . . . Come ridurre i falsi positivi . . . . . . . . . . . . . . . . ■ Caso clinico 1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ■ Caso clinico 2 . 11. Quali possibili terapie conservative . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .197 Cambio di posizione . . . . . . . . . . Correzione della febbre materna . . ■ Caso clinico 1 . . . . . . . . . . . Correzione dell’acidosi materna. Correzione dell’ipovolemia materna: fluidi Sospensione dell’infusione di ossitocina . ■ Caso clinico 2 . . . . . . . . . . . . . . . Ritodrina per ipertono e tachisistolia . . . ■ Caso clinico 3 . . . . . . . . . . . . . Ossigenoterapia materna..................210 ■ Caso clinico 4 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 213 ■ Caso clinico 5 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 214 Amnioinfusione terapeutica................215 Metodica..........................216 ■ Caso clinico 6 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 217 ■ Caso clinico 7 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 219 Metodiche ancillari della cardiotocografia . . . . . . . 221 Prelievo dallo scalpo fetale . . . . . . . . . . . . . . 221 Test di Clark o test da stimolo digitale . ■ Caso clinico 8 . . . . . . . . . . . . . . . Ossimetria fetale . . . . . . . . . . . . . . Elettrocardiogramma fetale e onda ST 12. Gestione corretta delle emergenze cardiotocografiche . . . . 233 Premessa. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . La regola dei tre minuti . . . . . . . . . . . . . Gestione multidisciplinare dell’emergenza e necessità di una corretta comunicazione Esempi e casi clinici di emergenze cardiotocografiche in periodo dilatante e in periodo espulsiva ...236 ■ Caso clinico 1 ■ Caso clinico 2 ■ Caso clinico 3 ■ Caso clinico 4 ■ Caso clinico 5 13. Cardiotocografia e analgesia . . . . . . 243 Premessa................... Perché la bradicardia?. . . . . . . . . . . Cosa fare per evitare le anomalie cardiotocografiche legate all’analgesia 1) Evitare la posizione litotomica . . ■ Caso clinico 1 . . . . . . . . . . . . . ■ Caso clinico 2 . . . . . . . . . . . . . 2) Correggere l’ipovolemia e l’ipotensione materna . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3) Evitare le scelte cliniche interventiste nella prima ora (ossitocina e amniorexi) Quali sono le alterazioni cardiotopografiche temporanee attese ,,,248 La nostra esperienza: esempi ■ Caso clinico 3 . . . . . . . . . . . . . ■ Caso clinico 4 . . . . . . . . . . . . . ■ Caso clinico 5 . . . . . . . . . . . . . ■ Caso clinico 6 . . . . . . . . . . . . . CTG e analgesia: cosa non fare ■ Caso clinico 7 . . . . . . 14. Cardiotocografia e danno neurologico permanente. . . . . . . . . . 259 Premessa: l’equivoco creato da John Little . . . . . . . 259 Encefalopatia neonatale e paralisi cerebrale: background . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .261 Epidemiologia: fattori di rischio intra e antepartali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 262 Quali criteri per sospettare un danno neurologico d’origine intrapartale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 264 Considerazioni conclusive sul rapporto fra CTG edannoneurologicopermanente . . . . . . . . . . . .265 15. L’algoritmo decisionale . . . . . . . . . . . 267 Commento e conclusioni. . . . . . . . . . . . . . . . . .267 Abbreviazioni.................... 271 Indice analitico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 273 Bibliografia ..........................
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