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Linee guida per la prevenzione delle infezioni associate a catetere intravascolare

ISBN/EAN
9788886867108
Editore
Lauri
Formato
Brossura
Anno
2003
Pagine
80

Disponibile

15,00 €
L’attenzione sulle infezioni associate ai cateteri intravascolari si traduce in nuove linee-guida: le ragioni di una revisione La scelta dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC) di pubblicare, dopo solo sei anni dall’ultima edizione, una revisione delle linee-guida per la prevenzione delle infezioni associate a catetere intravascolare ha una ragione ben precisa che deriva da due condizioni che si sono modificate nel corso degli ultimi anni: l’aumentato utilizzo di cateteri intravascolari nelle piu varie condizioni cliniche e l’incremento di patogeni “difficili da trattare”, causa di infezioni ematiche associate ai cateteri vascolari. Tra le infezioni nosocomiali, le batteriemie primitive (causate soprattutto da infezioni associate a cateteri vascolari) si collocano dopo le infezioni urinarie, le infezioni del sito chirurgico e le infezioni delle basse vie respiratorie, con i livelli piu elevati in alcune aree critiche (terapie intensive, oncoematologie, centri ustionati, etc.). Nello studio italiano di prevalenza delle infezioni ospedaliere (INFNos) condotto nel 2001 su 2165 pazienti in 15 ospedali italiani, le batteriemie primitive rappresentarono l’8% delle infezioni nosocomiali. Negli Stati Uniti si stima che si verifichino ogni anno 80.000 infezioni ematiche associate a cateteri venosi centrali. In questo paese c stato stimato che il costo per infezione attribuibile a catetere venoso centrale sia tra 34.508 e 56.000 dollari, con un costo annuo tra 296 milioni e 2,3 miliardi di dollari. L’altro elemento di preoccupazione c rappresentato dal cambiamento (in peggio) del tipo di patogeni che causano le infezioni associate a catetere. I patogeni piu importanti sono gli stafilococchi coagulasi negativi, Enterococcus, e Staphylococcus aureus, la maggior parte dei quali sono resistenti a piu antibiotici e pertanto piu difficili da trattare. L’obiettivo dei CDC nel realizzare questa revisione delle linee-guida sui cateteri vascolari c stato quello di migliorare la gestione dei cateteri vascolari riducendone i costi. A tal fine i CDC hanno proceduto ad una revisione sistematica di tutte le nuove evidenze relative a antisettici, dispositivi, medicazioni, riposizionamento dei cateteri, etc. Se volessimo definire in sintesi le principali novitr di queste linee guida, i punti rilevanti sono: 1. la maggiore attenzione all’antisepsi nell’inserimento del catetere (l’utilizzo di quelle che i CDC definiscono “maximum barrier precautions”). Queste linee-guida lanciano un messaggio definitivo sulla necessitr di considerare l’inserimento del catetere intravascolare centrale come una procedura talmente critica da richiedere un ripensamento e un cambio di comportamenti da parte di quegli operatori (medici, chirurghi e anestesisti) coinvolti in prima persona nella manovra di inserimento; 2. l’utilizzo della clorexidina come sostanza da preferire nell’antisepsi della cute al momento dell’inserimento del catetere intravascolare; 3. l’avvertenza che cambiare ad intervalli regolari i cateteri non riduce il rischio infettivo; 4. il cambio dei set dei cateteri venosi a 72 ore, quello delle medicazioni trasparenti ogni sette giorni e quello delle medicazioni di garza ogni 2 giorni; 5. l’avvertenza di utilizzare cateteri impregnati di antimicrobici o antisettici solo nel caso in cui siano state attuate senza successo tutte le possibili strategie per ridurre il rischio di batteriemia associata a catetere venoso centrale (cioc formazione del personale che inserisce e gestisce i cateteri, massime precauzioni sterili di barriera, e clorexidina al 2% per l’antisepsi della cute). Lo scopo di queste, come di tutte, le linee-guida c quello di migliorare la qualitr e l’appropriatezza dell’assistenza, di contribuire in maniera positiva nelle scelte riguardanti il rapporto costo/efficacia, e infine di servire come materiale didattico-educazionale. Nelle singole istituzioni l’obiettivo sarr anche quello di creare uno “standard assistenziale”, pur in considerazione del fatto che le linee-guida non devono mai costituire un surrogato del “giudizio clinico”. C’c una discrezionalitr clinica nell’applicazione delle linee-guida in ambito clinico per i singoli pazienti, che ne costituisce la vera ricchezza, perché nessuna linea-guida sarr mai abbastanza specifica da poter essere applicata in tutte le situazioni. Nicola Petrosillo Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani”, IRCCS-Roma

Maggiori Informazioni

Autore Petrosillo; CDC (Centers of Disease Control and prevention)
Editore Lauri
Anno 2003
Tipologia Libro
Lingua Italiano
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