L'eclissi del corpo. Una ipotesi psicoanalitica

L'«eclissi del corpo» si propone come una ipotesi psicoanalitica che richiama l'attenzione sull'importanza e sul ruolo della fisicità. Troppo spesso, infatti, nelle trattazioni psicoanalitiche, il discorso si è finora articolato su tematiche inerenti alla mente, lasciando in ombra la fisicità. L'ipotesi sostenuta in questo libro vuole invece ricomporre la dualità ontologica di corpo e mente che caratterizza l'essere umano, identificando nel corpo il limite della mente oltre che il suo aspetto fenomenico. Più che diventare una nuova ipotesi da aggiungere alle tante e importanti teorie già disponibili, l’«eclissi del corpo» si propone piuttosto di organizzare le conoscenze psicoanalitiche collocandole in un campo epistemologico utilizzabile per la ricerca, soprattutto in funzione dell'intervento clinico. In questa ottica, il significato delle emozioni assume una particolare rilevanza. Esse non sono più manifestazione secondaria di una funzione mentale, ma elementi cardine nella costruzione del pensiero, nonché espressioni di integrazione della organizzazione mente-corpo. L'emozione diventa quindi diretta manifestazione dei profilo dinamico della persona ed elemento costitutivo primario del suo senso di identità. L'intervento clinico con il paziente viene qui proposto in termini verticali e orizzontali, dove la verticalità identifica l'asse di intersezione e di dialogo mente-corpo, e quello orizzontale l'interazione con l'altro da sé. Cogliere le oscillazioni e le varianti di queste coordinate fornisce, in un connubio di plasticità e di rigore, gli elementi essenziali per orientarsi all'interno del campo clinico psicoanalitico. Al di là del suo contributo tecnico-specialistico l'«eclissi del corpo» vuole porsi anche come strumento per una maggiore comprensione dell'essere umano nella sua dualità etologica e simbolica.