In un ordinamento giuridico privo di una nozione univoca di pubblica amministrazione, il giurista è un cartografo senza bussola. Il ricorso al modello dell'amministrazione per enti si è tradizionalmente sviluppato in modo incontrollato, con evidenti ricadute sul contenimento della spesa pubblica. Fino a dove si spingono le frontiere del settore pubblico? Il volume intende rispondere al quesito individuando coordinate che consentano di fissare dei punti fermi nell'indagine sul perimetro della pubblica amministrazione. L'esame dettagliato dei principali criteri identificativi del carattere di pubblicità (genetico, del controllo, tipologico e della natura delle risorse impiegate) delinea un quadro complesso e stratificato, che può essere risolto, in primo luogo, prendendo a riferimento l'Elenco ISTAT, come barometro dell'organizzazione amministrativa. Esso consente di pronosticare un punto di equilibrio nelle costanti oscillazioni tra il dinamismo dei modelli privatistici e le guarentigie del diritto pubblico.
Maggiori Informazioni
Autore
Bevilacqua Marco
Editore
Franco Angeli
Anno
2025
Tipologia
Libro
Collana
Studi di diritto pubblico
Num. Collana
56
Lingua
Italiano
Indice
Introduzione Considerazioni preliminari Domande e obiettivi della ricerca Metodologia e piano dell’opera Parte prima. Le trasformazioni perimetrali dell’amministrazione dello Stato La naturale propensione all’«apertura» del sistema amministrativo italiano Le trasformazioni interne, tra politica e funzione amministrativa (Segue) L’elusione dello spoils system attraverso la riorganizzazione delle strutture ministeriali Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem Il “cantiere aperto” delle riorganizzazioni amministrative dello Stato Le trasformazioni esterne (Segue) La generica categoria del riordino degli enti pubblici: gli interventi di soppressione e di razionalizzazione L’organizzazione amministrativa a soqquadro: i criteri classificatori Parte seconda. I perimetri variabili del comparto pubblico Sezione I. Il criterio genetico La variegata moltitudine di fonti per l’attribuzione del carattere di pubblicità agli enti nell’organizzazione amministrativa Il presupposto «minimo» della personalità giuridica L’istituzione ope legis degli enti pubblici (Segue) La sfuggente configurazione degli enti pubblici non economici Ricadute perimetrali odierne della privatizzazione delle casse degli enti previdenziali (Segue) La fonte regolamentare per la classificazione degli enti di notevole rilievo pubblico e gli enti necessari Il ruolo autoconferito di giudice demiurgo del settore pubblico (Segue) Le sentenze attributive della qualifica di pubblicità producono effetti costitutivi? L’organizzazione statutaria degli enti del settore pubblico Sezione II. Il criterio del controllo Organizzazione e controlli sugli enti del settore pubblico allargato Le varie forme di autonomia L’erronea concettualizzazione “a cerchi concentrici” dei rapporti tra vigilanza o controllo Il rilievo organizzativo del potere di vigilanza (Segue) La disclosure sui dati relativi alla vigilanza sugli enti pubblici e al controllo sugli enti privati: un obbligo imposto alle amministrazioni centrali solo in apparenza motivato da ragioni di trasparenza e che si riflette sul perimetro del settore pubblico allargato I modi in cui si esplica il potere di vigilanza: la nomina dei membri e lo scioglimento degli organi di governance (Segue) L’approvazione degli statuti e dei documenti contabili Il complesso inquadramento della posizione del MEFsocio in società “para-private” Sezione III. Il criterio tipologico Questioni e incertezze della classificazione “per tipi” La residualità della classificazione degli enti che non appartengono al comparto pubblico L’economicità della complessificazione del settore pubblico esteso Classificazioni dell’intervento pubblico in economia Gli enti di utilità pubblica non aventi forma societaria: le università e le accademie Gli enti di beneficenza: dai corpi morali alle ex-IPAB Gli enti a struttura associativa Sezione IV. Il criterio della natura delle ris orse impiegate La rilevanza dell’informazione statistica nel diritto pubblico (Segue) I caratteri generali dell’attività censuaria La schedatura del comparto pubblico: l’Elenco ISTAT La definizione di settore pubblico e di settore privato nelle regole del SEC 10 La natura e gli effetti dell’Elenco Implicazioni scaturenti dalla qualificazione come «atto certativo» dell’Elenco ISTAT Il bilancio degli enti non territoriali quale nuovo oggetto della valutazione per delimitare i confini del settore pubblico Il riparto di giurisdizione sulla giustiziabilità dell’Elenco ISTAT Il problema del giudicato rispetto alla temporaneità della rilevazione inferenziale Gli «altri elenchi» Parte terza. Le determinanti del comparto pubblico L’esaustività “relativa” dell’Elenco ISTAT (Segue) I limiti dell’Elenco ISTAT L’effetto applicativo “a cascata” dei regimi di diritto pubblico sugli enti inclusi nell’Elenco ISTAT L’influenza eurounitaria e le forme di integrazione tra amministrazioni multilivello Quali prospettive per l’organizzazione amministrativa dopo il PNRR? La nozione mimetica di pubblica amministrazione L’intarsio tra settori: una difficile ma auspicata convivenza Indice delle tabelle, delle figure e delle appendici Bibliografia