La psicoterapia basata sul trauma e la dissociazione. Guarigione relazionale e connessione terapeutica
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- ISBN/EAN
- 9788836250288
- Editore
- Giovanni Fioriti Editore
- Collana
- Psicotraumatologia
- Formato
- Libro
- Anno
- 2021
Disponibile
20,00 €
Non è solo il trauma, ma la dissociazione del sé, che causa dolore emotivo e difficoltà di funzionamento. Questo libro discute come le persone siano universalmente soggette al trauma, che cos'è il trauma, e come capire e lavorare con la dissociazione normativa così come con quella estrema.
Prefazione
È meraviglioso ritrovarsi in mezzo ai tempi che cambiano. Come psicologa clinica, prima nel corso della laurea specialistica e nella formazione post lauream negli anni Settanta e dopo nel corso di training analitico negli anni Ottanta, mi sono formata principalmente sul modello freudiano, mischiato a un pizzico di approccio interpersonale. Nei corsi di laurea di primo e secondo livello, ho imparato che Freud è stato un genio per essere riuscito ad analizzare se stesso e che Sándor Ferenczi, il quale dissentiva da Freud in merito all’abuso sessuale infantile e all’importanza di ascoltare veramente il paziente, era pazzo.
Oggi, quelle idee si sono rovesciate nella mia mente: conoscere se stessi deriva dal fatto di consentire che le impressioni di Sé siano filtrate attraverso gli altri e Ferenczi, non Freud, è stato il genio più importante.
La prospettiva relazionale e post-moderna mostra come, poiché siamo sempre immersi in campi relazionali, l’idea di essere capaci di analizzare se stessi completamente al di fuori di tale radicamento è un’illusione. Inoltre, la struttura dissociativa della mente assicura una visione di Sé offuscata.Negli anni Novanta, insegnavo psicologia clinica e psicopatologia agli studenti della laurea triennale e specialistica. Nel corso di psicologia clinica, usavo un manuale freudiano. Allo stesso tempo, ero sempre più affascinata dalla letteratura sul trauma che stava iniziando a fare la sua comparsa, in particolare dai libri scritti e curati da Richard Kluft. Per me, la letteratura sul trauma forniva maggiori spiegazioni rispetto ai problemi delle persone di quanto facesse la letteratura freudiana che stavo insegnando. Non sapevo come integrare i due nuclei di sistemi teorici largamente incompatibili.
Oltre a introdurre un po’ di Kernberg e un po’ di Kohut nel materiale per il corso, iniziai anche a pensare ad alta voce, in aula, al trauma e alla dissociazione. Quindi un giorno, mentre tenevo una lezione sui meccanismi di difesa di Freud –incluso l’isolamento dell’affetto (che implica laseparazione dei pensieri propri e dell’altro dai sentimenti), una studentessa alzò la mano e chiese: “Non è la stessa cosa della dissociazione”. Io stavo pensando la stessa cosa ma non avevo avuto il coraggio di dirlo ad alta voce, così ringraziai la miastudentessa e le dissi che ritenevo che avesse ragione.Ho trovato una chiave per integrare il pensiero psicoanalitico e la sfera di conoscenze sulla dissociazione negli scritti di Philip Bromberg. Il suo contributo è diventato un faro per me nel lavoro con i pazienti e nel mio pensiero. Prima, ho seduto ai suoi piedi e ora, se posso permettermi, sto sulle sue spalle. All’incirca nello stesso periodo, ero membro del Women’s Institute, un collettivo di psicoterapeute donne nella città di New York. A un certo punto, decidemmo di dividerci in sottogruppi per studiare argomenti particolari, poi ci saremmo riunite e avremmo relazionato al gruppo gli esiti della nostra ricerca. Io partecipai al gruppo sul masochismo. Mentre stavo leggendo la vecchia e la nuova letteratura sul masochismo, realizzai che i sintomi del “masochismo” erano sintomi di un trauma.
Questa fu una scoperta sorprendente per me. Scrissi due articoli sull’argomento.Sempre nella stessa cornice temporale, ebbi tre pazienti che avevano un disturbo dissociativo dell’identità (DID), sebbene a quel tempo non abbia realizzato le loro diagnosi. Non ho iniziato a comprendere la realtà del DID fino a quando una paziente mi ha telefonato in uno stato di grande angoscia per dirmi che qualcuno la stava picchiando. In risposta alla mia domanda su chi ci fosse là, lei disse “nessuno” ma continuò a insistere sul fatto che qualcuno la stesse picchiando. In poco tempo, iniziai a mettere insieme le cose e realizzai che una parte dissociata di lei, un alter ego, lastava picchiando ma che lei la stava vivendo come se fosse un’altra persona a picchiarla.Nel 1995, presentai un lavoro all’International Society for the Study of Trauma and Dissociation (ISSTD) sul masochismo come disturbo traumatico. Mentre imparavo sempre di più sul trauma e la dissociazione alle conferenze
e ai workshop, sentivo che la mia veraformazione in psicologia e nel trattamento dei disturbi mentali era appena iniziata. Questo accadeva dopo il mio dottorato in psicologia clinica, il mio programma post dottorato di due anni e quattro anni di training analitico. Dal momento che imparo sempre di più sul trauma e la dissociazione, sento che la mia formazione continua. Per me è stato particolarmente importante venire a conoscenza del modello degli stati multipli del Sé, incluso il modello dello stato del Sé dissociato, formulato in psicoanalisi da Philip Bromberg, Stephen Mitchell e altri, ma anche convalidato fermamente dalla ricerca di Frank Putnam sugli stati mentali e comportamentali discreti. Insieme a molti altri, ho sviluppato diversi modi per comprendere come certi problemi della vita si sviluppino all’interno della matrice del trauma e della dissociazione, in modalità che possono aprire la strada alla guarigione. Nelle prossime pagine, descriverò come considero il trauma e la dissociazione e perché penso che sia un linguaggio adatto alla psicoterapia. In questo libro, descriverò perché definisco il trauma come ciò che provoca la dissociazione, perché penso che la scissione problematica o psicopatologica abbia origine in un processo che Sándor Ferenczi (1949) definiva “identificazione con l’aggressore”, perché considero una particolare forma di dissociazione del Sé dovuta a problemi di attaccamento come equivalente al Super Io e illustrerò altri modi in cui rifletto sull’importanza della dissociazione. È impossibile descrivere completamente a parole le tipologie di informazioni ed emozioni che fluiscono, come in un “botta e risposta”, dentro e tra le persone, inclusi paziente e terapeuta. Noi lavoriamo come teorici per individuare modelli teorici migliori che contribuiscano a spiegare perché ciò che sta accadendo sta accadendo.
Come clinici, il nostro obiettivo è essere capaci di rispondere in modo opportuno a ciò che i nostri pazienti ci raccontano, anche quando, cognitivamente, non riusciamo a comprendere appieno che cosa stia accadendo in loro, in noi e tra di noi.Penso che il crescente riconoscimento del trauma e della dissociazione, dal momento che diventano più visibili, sia qui per restare, anche se la negazione della società e individuale possono provare a rallentare questo processo.
Maggiori Informazioni
| Autore | Howell Elizabeth |
|---|---|
| Editore | Giovanni Fioriti Editore |
| Anno | 2021 |
| Tipologia | Libro |
| Collana | Psicotraumatologia |
| Lingua | Italiano |
| Indice | RINGRAZIAMENTIVII PREFAZIONE IX INTRODUZIONE - CAPITOLO 1 - Come Freud ha sepolto il trauma 7 - CAPITOLO 2 - Il trauma come dissociazione 24 - CAPITOLO 3 - L’ubiquità del trauma e della dissociazione. Gli effetti sulla mente e sul corpo 40 - CAPITOLO 4 - La diade clinica come diade ferita 51 - CAPITOLO 5 - Dissociazione, rimozione e l’inconscio 64 - CAPITOLO 6 - Attaccamento disorganizzato come dissociazione 79 - CAPITOLO 7 - L’enigma dell’autocritica e dell’autoattacco89 - CAPITOLO 8 - Modelli strutturali dell’organizzazione psichica di una persona traumatizzata 107 - CAPITOLO 9 - Uscire dal sistema chiuso quando il terapeuta diventa reale123 - CAPITOLO 10 - Conclusione: verso la guarigione psicologica 134 BIBLIOGRAFIA 147 INDICE ANALITICO 163 |
| Larghezza | 0 |
| Stato editoriale | In Commercio |
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