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In Nome Di Ippocrate. Dall'olocausto Medico Nazista All'etica Della Sperimentazione Contemporanea

ISBN/EAN
9788846427984
Editore
Franco Angeli
Collana
Filosofia - gia' diretta da mario dal pra
Formato
Brossura
Anno
2001
Pagine
240
33,50 €
Dall'ottobre 1946 all'agosto 1947, davanti ad un tribunale militare esclusivamente americano, a Norimberga, si celebrò un processo passato alla storia come il Processo ai medici . Questo volume ne traccia lo scenario professionale e scientifico che non permette di valutare il Medical Case , o, meglio, l'"Olocausto medico", come un episodio occasionale, una sorta di incidente di percorso della medicina da riconsegnare alla storia, o come un evento marginale, per numero e credibilità scientifica di accusati (ventitré) e di casi documentati, rispetto all'enormità dei numeri del genocidio nazista. Al contrario, il "Caso Karl Brandt e altri" ha una sua originale identità poiché documenta la relazione causale tra sperimentazione e violazione (o assenza) di codici morali e deontologici che, annunciatasi alla fine dell'Ottocento, si è sviluppata nella prima metà del Novecento, ha evidenziato la sua patologia durante il nazismo e si propone oggi come tema-chiave di ogni riflessione sulla ricerca biomedica. Nell'"Olocausto medico" si processò e condannò, in nome del millenario ethos ippocratico della cura, una serie di eventi che non erano riconducibili a quel nome e a quell' ethos . Un imputato occulto (l' infandum ), per contro, sfuggì al processo: la ricerca scientifica su base sperimentale, che non riconosce diritto morale ai soggetti della ricerca perché non si occupa di uomini ma di astrazioni. È vero che, a conclusione del Processo ai medici, nacque un primo tentativo di regolamentazione bioetica ante-litteram della pratica medica, un muro di contenimento alla 'fame' scientifica, denominato Codice di Norimberga . Tuttavia la pressoché immediata disattenzione della classe medica internazionale al documento è spiegabile poiché il senso e la ragione storica del Codice non sono riconducibili alla medicina ippocratica, che non ne ha bisogno, regolamentata com'è, da sempre, dalla sacralità della relazione terapeutica, del prendersi cura del paziente, bensì, sostiene l'autrice, alla sperimentazione che viveva e vive "un tempo senza pietà" in cui, come afferma Elie Wiesel, "gli uomini non si occupano di uomini" ma di "ridurre la vita ed il mistero della vita ad astrazioni [...] convinti di far bene". Raffaella De Franco è docente di Filosofia morale e di Bioetica presso il Dipartimento di Scienze Filosofiche della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Bari. Ha conseguito la specializzazione in Criminologia clinica e Psichiatria forense presso la Facoltà di Medicina dell'Università di Bari ed è membro dell'International Society of Technology Assessment in Health Care (Istahc). Fra i suoi lavori più recenti vi è un'antologia sulla tolleranza della diversità morale in etica medica, dal titolo Bioetica e tolleranza. Questioni di medicina e morale per il terzo millennio (Levante ed., Bari 1998).

Maggiori Informazioni

Autore De Franco Raffaella
Editore Franco Angeli
Anno 2001
Tipologia Libro
Collana Filosofia - gia' diretta da mario dal pra
Num. Collana 70
Lingua Italiano
Indice In nome della scienza Per Ippocrate, oltre Ippocrate Il tempo della cura, il tempo della sperimentazione Un lungo percorso Bibliografia Indice dei nomi.
Stato editoriale Fuori catalogo