Con la pubblicazione delle Fleurs du Mal (1857), Charles Baudelaire definisce una nuova antropologia che implica il tramonto definitivo del Romanticismo e la nascita di quello che la storia letteraria chiama simbolismo. Alla poesia viene così assegnato un compito di portata metafisica, drammaticamente essenziale per la felicità dell'Uomo. La nuova antropologia va in parallelo con una nuova poetica e con una nuova estetica che la raccolta del 1857, in particolare, testimonia a livello contenutistico e formale. La lezione di Baudelaire è fatta propria da molti scrittori del secondo Ottocento; in primo luogo, da tre altri grandi maestri che, ciascuno secondo la propria sensibilità, riprendono, interiorizzano e proseguono il lascito fecondissimo delle Fleurs du Mal: Stéphane Mallarmé, Arthur Rimbaud e Paul Verlaine. Il volume analizza queste quattro figure portanti del simbolismo francese. Dopo aver focalizzato la rivoluzione baudelairiana, percorre l'articolarsi della riflessione estetica nonché i tratti costitutivi delle realizzazioni poetiche di coloro che costituiscono il nucleo primitivo e generatore del simbolismo, scegliendo di seguire un percorso dettato dalla lettura attenta dei loro testi poetici e delle loro riflessioni critiche.
Maggiori Informazioni
Autore
Modenesi Marco
Editore
Carocci
Anno
2025
Tipologia
Libro
Collana
Studi superiori
Num. Collana
1487
Lingua
Italiano
Indice
Abbreviazioni Introduzione 1. Charles Baudelaire Baudelaire: antropologia, estetica, poetica/L’artificiale come via verso l’Assoluto/Questione metafisica e questione morale nella ricerca dell’Assoluto/Aspetti della mediazione formale 2. Stéphane Mallarmé Crisi metafisica/La poesia e il Mistero 3. Arthur Rimbaud Il Voyant e la ricerca dell’Ignoto/Oltre il Voyant? 4. Paul Verlaine Verlaine e la dimensione fonoprosodica del testo poetico Riflessioni conclusive Bibliografia di base