Il Paziente Chirurgico Critico [Aseni - Mattioli 1885]

La valutazione generale e l'ottimizzazione della gestione del paziente ad alto rischio chirurgico risponde sostanzialmente a tre domande:
1) Che cosa intendiamo per paziente ad alto rischio chirurgico?;
2) Qual è la risposta al trauma chirurgico nel paziente a rischio?;
3) Quali strumenti abbiamo per quantificare tale rischio?
La percezione del rischio è spesso basata nella pratica clinica su impressioni soggettive che coinvolgono il giudizio sulla possibilità di successo di un intervento chirurgico, e tengono conto di altre valutazioni, una delle più importanti tra queste riguarda la possibilità del paziente di poter tornare a un'attività sociale piena. Il rischio chirurgico è in estrema semplificazione legato a due grandi gruppi di fattori: il primo è legato alle differenti procedure chirurgiche, il secondo allo stato del paziente nella sua valutazione clinica globale.

Presentazione di Daniele Coen
Questa breve presentazione del bel volume curato dagli amici Aseni, Chiara e De Carlis contiene già in sè un elemento che caraterizza l'intero testo.
Ad un medico d'urgenza è stato infatti chiesto di presentare un libro curato da tre chirurghi dove non si parla, o si parla relativamente poco, di chirurgia o di medicina d'urgenza. Questa decisione non è paradossale perchè la cura del malato chirurgico critico è oggi un impegno trasversale, che richiede la collaborazione di specialisti delle più diverse discipline. Il fatto che un paziente affronti un importante intervento con il minimo rischio possibile di morire o di subire delle complicanze non dipende solo dall'abilità dell'operatore e dall'atto chirurgico in sè. L'esito è legato anche, e forse soprattutto, alla attenzione con cui sono state valutate - e quando possibile ottimizzate - le condizioni pre-operatorie del paziente. A intervento effettuato, analoga importanza ha la competenza che medici e infermieri dedicano al monitoraggio dell'immediato periodo post-operatorio.
Nelle pagine di questo volume il lettore troverà dunque gli sguardi con cui i medici d'urgenza, anestesisti, cardiologi, dietologi, ematologi, nefrologi e, ovviamente, chirurghi, osservano lo stesso paziente. Sguardi diversi, ma complementari ed ugualmente importanti. Il fatto che tutti coloro che hanno collaborato alla redazione dei capitoli di questo libro lavorino (o abbiano lavorato) nello stesso grande ospedale non deve essere letto come un segno di autoreferenzialità.
Daniele Coen