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Il Brutto all'Opera. L'emancipazione del negativo nel teatro di Giuseppe Verdi

ISBN/EAN
9788857515953
Editore
Mimesis
Collana
Filosofie del teatro
Formato
Libro in brossura
Anno
2013
Pagine
232

Disponibile

20,00 €
Nel 1853 esce l'"Estetica del Brutto" di Rosenkranz e, insieme, hanno luogo le prime del "Trovatore" e della "Traviata". La cosa, per quanto casuale, è in certo modo anche simbolica. La formazione di Giuseppe Verdi avviene in un periodo in cui si impone all'attenzione il brutto, la più sconcertante tra le categorie estetiche. E il biografo di Hegel ce ne offre il primo, e a tutt'oggi insuperato, bilancio. Nei suoi drammi Verdi dà ampio spazio alla fisicità grottesca e repellente, alla laidezza morale di taluni personaggi, allo squallore di non pochi ambienti, e allo spessore esistenziale che li costituisce, e ne progetta il riscatto al di fuori dei canoni estetici ai suoi tempi dominanti. Le sue scene si popolano di figure non edulcorate da un bello ideale né deformate dallo specchio omologante della bella presenza e, ciononostante, emancipate dall'angoscia della negatività loro inerente. Nel tutto del teatro musicale giocano elementi diversi in variabili rapporti tra loro, ma la musica riveste un ruolo preminente, contribuendo potentemente a determinare il destino del brutto. È sul piano dell'ascolto che prende corpo l'enorme carica di riscatto di cui Verdi investe il negativo che rappresenta. La scelta coraggiosa di Verdi lascia aperte non poche domande circa la nostra strana attrazione per il brutto, e l'estetica può offrire strumenti per metterle meglio a fuoco.

Maggiori Informazioni

Autore Scaramuzza Gabriele
Editore Mimesis
Anno 2013
Tipologia Libro
Collana Filosofie del teatro
Num. Collana 6
Lingua Italiano
Larghezza 0
Stato editoriale In Commercio