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Igiene e sanità pubblica - I fondamenti della prevenzione

ISBN/EAN
9788829920693
Editore
Piccin Editore
Formato
Brossura
Anno
2011
Edizione
1
Pagine
300

Disponibile

35,00 €
“Molta osservazione e poco ragionamento conducono alla verità; poca osservazione e molto ragionamento portano all’errore” Alexis Carrel (1873-1944, premio Nobel per la medicina nel 1912) La frase di A. Carrel, che abbiamo riportato in testa a questa prefazione, ci pare possa ben indicare una posizione che, valida per tutte le scienze sperimentali, ha una rilevanza ancor più forte per chi si occupa di sanità pubblica e affronta temi che coinvolgonole collettività più delle singole persone, nel tentativo di migliorare le condizioni di salute a partire dalla conoscenza dei reali bisogni. L’accento sulla “osservazione” della realtà è, infatti, decisivo e richiama perfettamente la capacità propria della epidemiologia di “osservare” fatti e fenomeni (si parla, infatti, di studi “osservazionali”). Nella stesura dei diversi capitoli di questo volume, noi Autori abbiamo aderito a questa impostazione, cercando di rappresentare e riferire tema per tema la complessità dei fenomeni, il porsi della domanda di salute ed il declinarsi delle nostre capacità di risposta. Questo criterio è anche all’origine del progetto caratteristico dell’opera che qui presentiamo: infatti, la sua articolazione in diversi volumi (“core” e “satelliti”) è stata suggerita proprio dall’osservare sul campo (cioè a partire dalla lunga esperienza nelle aule universitarie) la molteplicità delle esigenze formative presenti nei diversi contesti (Corsi di Laurea di differenti Facoltà e di diverso livello) e la emergente domanda di congruenti strumenti di studio. È così che l’opera, che abbiamo progettato e di cui presentiamo il primo volume (volume “core”), si completerà con una serie di volumi “satelliti”, concepiti in modo da poter essere diversamente combinati in funzione della tipologia degli studenti dei diversi corsi di laurea (triennale e magistrale). Un’altra considerazione riguarda l’ampio spettro degli interessi della disciplina scientifica, definita “Igiene”, che – al passo con l’evoluzione delle conoscenze di tipo epidemiologico (qual è lo stato di salute delle popolazioni? quali fattori giocano un ruolo nella comparsa delle malattie? ….) e con la progressiva messa a punto di interventi di prevenzione e promozione della salute – ha rivolto l’attenzione a problematiche sempre più differenziate. Le competenze oggi spaziano, infatti, dal tradizionale campo di lavoro sulle malattie infettive, ivi comprese le patologie infettive da agenti opportunisti, a quello della sicurezza alimentare e dell’igiene ambientale, come pure comprendono il settore dell’educazione sanitaria e quello dell’organizzazione e gestione dei servizi socio-sanitari. Una così ampia gamma di temi ha come filo conduttore il tema della prevenzione. In realtà – come evidenziato nel primo capitolo e diversamente da quanto comunemente si crede – la preoccupazione preventiva accompagna la storia della medicina fin dai tempi più antichi, essendo logicamente e cronologicamente precedente a quella del trattamento, ma è anche vero che è soprattutto a partire dalla seconda metà del XX secolo che la discussione sul concetto di salute è diventata molto intensa e che si sono poste le basi scientifiche (evidence based prevention) per impostare interventi di prevenzione a tutto campo, in considerazione della molteplicità dei fattori individuali, comportamentali, sociali ed ambientali che intervengono nell’insorgenza delle malattie. Mentre si può osservare che nella letteratura internazionale la parola “igiene” risulta oggi coniugata prevalentemente con i termini “alimento” (food hygiene), “ambiente” (environmental hygiene), “ospedale” (hospital hygiene) e “denti” (dental hygiene), nella nostra opera al termine “igiene” abbiamo affiancato la voce “sanità pubblica” per meglio individuare l’orizzonte applicativo dei principi igienistici nell’ambito della collettività; il termine sanità pubblica, infatti, non identifica propriamente una “scienza”, ma piuttosto l’insieme degli aspetti operativi ed organizzativi delle attività di sorveglianza epidemiologica, di prevenzione, di programmazione e gestione dei servizi sanitari rivolte alla collettività e condotte in applicazione dei principi della disciplina “Igiene”. Parlare quindi di “Igiene e Sanità pubblica” significa porsi nell’ottica della continuità con una storia di grande rilevanza, come verrà ben documentato nel volume “core” e, nello stesso tempo, accogliere le attuali linee di sviluppo della complessa risposta al bisogno di salute nella popolazione, adottando una terminologia anche maggiormente riconoscibile nella comunità scientifica internazionale. Dalle considerazioni qui sopra espresse, deriva il fatto che l’insegnamento “Igiene e Sanità pubblica” richiede di essere trattato con livelli diversi di approfondimento e di ampiezza di contenuti in funzione degli specifici corsi. Da qui è nata l’idea di produrre un’opera caratterizzata dalla massima flessibilità possibile, non essendo ipotizzabile un testo “buono per tutte le stagioni”, ovvero un testo che possa essere adeguato a tutti gli studenti che, nell’arco della loro formazione universitaria nell’ambito della laurea di primo o secondo livello, debbano affrontare una o più delle tematiche incluse nell’area “igiene e sanità pubblica”: è così che accanto ad un volume “core” che presenta i fondamenti a tutti necessari, si aggiungono volumi “satelliti” dedicati a: 1) l’epidemiologia e prevenzione delle malattie infettive; 2) l’igiene dell’ambiente; 3) l’igiene degli alimenti e della nutrizione; 4) l’organizzazione sanitaria; 5) l’educazione sanitaria. L’opera così articolata ambisce a rappresentare dunque una novità tra le offerte editoriali ed ha l’obiettivo di essere più aderente alle specifiche necessità formative delle diverse figure in formazione nell’ambito dei numerosi corsi di laurea che prevedono la trattazione degli argomenti di interesse igienistico-preventivo. Infine, qualche nota sull’impostazione del volume “core” che tratta “I fondamenti della prevenzione”: si compone di sei capitoli, il primo dei quali ampiamente documenta il lungo percorso che attraverso i secoli hanno compiuto i concetti fondamentali di salute/malattia/prevenzione, ivi compresi i riflessi critici, anche di ordine etico; il secondo capitolo va considerato come un capitolo “ponte” che, attraverso una breve trattazione delle relazioni causali e della storia naturale delle malattie, apre alla successiva descrizione dei fondamenti dell’epidemiologia (capitoli 3 e 4 sulle fonti di informazione e sui principi metodologici) e, quindi, all’impostazione del grande e dibattuto tema della prevenzione (capitolo 5); da ultimo è inserito un capitolo che tratta della prevenzione e controllo delle patologie più diffuse (cardiovascolari, neoplastiche e psichiatriche) e dei fattori di rischio più presenti nella popolazione: in esso, a partire dalle conoscenze specifiche epidemiologiche, vengono inquadrati i possibili interventi preventivi evidenziando quale sia il ruolo della sanità pubblica nell’affrontare le diverse problematiche. FRANCESCO AUXILIAe MIRELLA PONTELLO

Maggiori Informazioni

Autore Auxilia Francesco; Pontello Mirella
Editore Piccin Editore
Anno 2011
Tipologia Libro
Lingua Italiano
Indice 1 • Lo sviluppo del concetto di salute (G. Cesana) 1.1. Storia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1 1.2. La definizione del concetto di salute . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .7 1.3. L’educazione e la promozione della salute . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .9 1.4. Aspetti critici del concetto di salute e delle sue applicazioni . . . . . . . . . . .15 1.5. Il problema etico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .21 1.6. Conclusioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .25 Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .29 2 • Dalla salute alla malattia (M. Pontello, E. Tanzi) 2.1 L’epidemiologia e lo studio delle relazioni causali . . . . . . . . . . . . . . . . . . .31 2.2 La storia naturale delle malattie trasmissibili e non trasmissibili . . . . . . . .35 2.2.1 La storia naturale delle malattie non trasmissibili . . . . . . . . . . . . . . . . .35 Interazione gene-ambiente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .37 2.2.2 La storia naturale delle malattie trasmissibili . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .40 Eziologia delle malattie infettive . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .40 Trasmissione delle infezioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .41 Il modello evolutivo della malattia infettiva . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .45 2.3 Modalità di comparsa delle malattie nella popolazione . . . . . . . . . . . . . . . .46 Bibliografia e sitografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .48 3 • Conoscere lo stato di salute (F. Auxilia) 3.1 Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .49 3.2 Fonti di dati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .53 3.3 Una fotografia dello stato di salute dell’Italia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .60 3.3.1 Aspetti demografici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .60 3.3.2 Aspetti sanitari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .65 3.3.3 I fattori di rischio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .71 3.3.4 Altri indicatori di interesse . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .74 Bibliografia e sitografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .76 4 • Cenni di metodologia epidemiologica (F. Auxilia) 4.1 Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .77 4.2 Misure utilizzate in epidemiologia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .77 4.2.1 Frequenze, rapporti, tassi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .78 4.2.2 Prevalenza e incidenza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .81 4.3 Studi epidemiologici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .82 4.3.1 Studi descrittivi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .83 Studi di popolazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .83 Analisi della distribuzione spaziale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .84 Analisi della distribuzione temporale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .87 Studi di correlazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .89 Descrizione di casi o di serie di casi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .89 4.3.2 Sorveglianza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .89 4.3.3 Studi analitici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .90 Studi longitudinali o di coorte o follow up . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .90 Misure ricavabili dagli studi longitudinali: il calcolo del rischio . . . . .94 Studi caso controllo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .97 Studi di prevalenza o studi trasversali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .99 4.3.4 Studi sperimentali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .101 4.4 Revisioni sistematiche e meta-analisi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .102 4.4.1 Differenze tra revisioni sistematiche e revisioni narrative . . . . . . . . .103 4.4.2 Il Forest Plot . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .104 4.4.3 Ricadute delle revisioni sistematiche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .106 Bibliografia e sitografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .107 5 • La prevenzione (M. Pontello, E. Tanzi, A. Amendola) 5.1 Promozione della salute e prevenzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .109 5.1.1 Introduzione storica (ma non solo) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .109 5.1.2 I principi della prevenzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .114 5.1.3 Promozione della salute e prevenzione primaria . . . . . . . . . . . . . . . . .119 5.2 La prevenzione primaria delle malattie non trasmissibili . . . . . . . . . . . . .121 5.2.1 Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .121 5.2.2 La prevenzione delle malattie non trasmissibili: quale impatto a livello mondiale? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .122 5.2.3 La prevenzione delle malattie non trasmissibili: quali iniziative in Europa? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .131 5.2.4 La prevenzione delle malattie non trasmissibili: quali iniziative in Italia? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .133 5.3 La prevenzione secondaria delle malattie non trasmissibili . . . . . . . . . . .134 5.3.1 I principi e la metodologia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .134 Le caratteristiche della malattia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .137 Le caratteristiche del test di screening . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .138 I requisiti organizzativi/normativi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .139 5.3.2 Screening oncologici: brevi note sullo stato dell’arte . . . . . . . . . . . . .143 5.3.3 Screening pre-neo-natali e dell’età evolutiva . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .148 Screening prenatali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .148 Screening neonatali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .149 Screening dell’età evolutiva . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .151 5.4 La prevenzione primaria delle malattie trasmissibili . . . . . . . . . . . . . . . . .152 5.4.1 Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .152 5.4.2 Metodologia ed obiettivi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .153 Obiettivi della prevenzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .155 5.5 Profilassi diretta delle malattie trasmissibili . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .155 5.5.1 Individuazione e inattivazione di sorgenti e serbatoi di infezione . . .155 Notifica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .156 Sistemi di sorveglianza speciale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .158 Accertamento diagnostico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .159 Misure contumaciali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .162 Inchiesta epidemiologica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .169 5.5.2 Inattivazione ed eliminazione di agenti patogeni nell’ambiente . . . . .170 Definizioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .170 Disinfezione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .170 Sterilizzazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .176 Disinfestazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .180 5.5.3 Aumento della resistenza alle infezioni nel soggetto recettivo . . . . . .183 Profilassi immunitaria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .183 Chemioprofilassi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .184 5.5.4 Vaccini e vaccinazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .185 I vaccini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .186 Le vaccinazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .194 5.6 Il Piano Nazionale della Prevenzione 2010-2012 . . . . . . . . . . . . . . . . . . .205 5.6.1 Prevenzione universale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .205 5.6.2 Prevenzione per popolazioni a rischio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .207 Bibliografia e sitografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .207 6 • Epidemiologia e prevenzione: specifici rischi e fattori di rischio (M. Pontello) 6.1 Specifici rischi: le patologie più frequenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .213 6.1.1 Patologie cardiovascolari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .213 6.1.2 Le neoplasie: la sanità pubblica nella lotta al cancro . . . . . . . . . . . . .215 6.1.3 Le malattie psichiatriche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .218 6.2 Specifici fattori di rischio: i comportamenti personali e le esposizioni ambientali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .226 6.2.1 Fattori di rischio comportamentali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .227 Fattore di rischio “Fumo” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .227 Fattore di rischio “Alcol” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .229 Fattore di rischio “Obesità” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .239 6.2.2 Fattori di rischio ambientali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .243 L’inquinamento dell’aria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .245 Altri tipi di contaminazione dell’aria: le radiazioni . . . . . . . . . . . . . . .255 I fattori di rischio correlati alle risorse idriche . . . . . . . . . . . . . . . . . .262 Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .272 Indice analitico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .281
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