Gestione del debito pubblico e risposta regolamentare alle crisi finanziarie

- ISBN/EAN
- 9788828866060
- Editore
- Giuffrè
- Collana
- Diritto dei mercati
- Formato
- Libro in brossura
- Anno
- 2024
- Pagine
- XII-111
Disponibile
Il volume nasce dalla lunga amicizia delle Autrici, nata nel 2006 per la comune presenza in ambiti professionali afferenti al tema del debito pubblico e alla gestione dello stesso da parte degli enti pubblici centrali e territoriali, come favorita anche dal supporto degli intermediari finanziari. Il testo rappresenta una modalità di approccio critico e integrato al tema delle crisi e delle risposte istituzionali e regolatorie alle stesse fotografando, nei fatti, un decennio della vita finanziaria globale. Il panorama storico tracciato nei due interventi ripercorre nella specificità delle prospettive la portata della crisi bancaria nel 2008 trasformatasi in crisi del debito sovrano (2010), a conferma della teoria che “una crisi bancaria può determinarsi dalla crisi del debito sovrano e che una crisi del debito sovrano è condizionata da una crisi bancaria”, fino alle crisi esogene caratterizzate dalla pandemia e dalle molteplici varianti geopolitiche, fino alle risposte delle politiche pubbliche orientate verso obiettivi di neutralità climatica. L’intervento di Maria Cannata sviluppa i temi del comportamento del pubblico rispetto ad un’evoluzione del sistema delle crisi e le azioni sul piano dei mercati finanziari di stimolo alla ripresa dell’economia: “si può tranquillamente affermare — sostiene — che il 15 settembre 2008 è stato nel mondo della finanza l’equivalente dell’11 settembre 2001 in ambito geo-politico: dopo di allora, il mondo non è stato più lo stesso”. Dettaglia, quindi, la maniera in cui il sovrano ha trovato le risposte efficienti, da un lato volte a preservare l’elevato livello del debito pubblico che rimane una fonte di preoccupazione, perché in caso di nuovi shock (che purtroppo ultimamente la geopolitica sembra alimentare) il rischio è quello di pregiudicarne la sostenibilità, dall’altro dirigendo l’attenzione costante alla pluralità dei mercati a cui si rivolge il sovrano. Di fronte agli shock come quello dei subprime, “pur essendo percepiti come gli unici affidabili, gli emittenti sovrani dovettero comunque adottare approcci molto più flessibili nella loro offerta al mercato”. Laura Lunghi approfondisce, quindi, il comportamento dei regoatori e dei supervisori e le iniziative che sono state adottate sul piano internazionale ed in particolare europeo, volte a supportare la resilienza delle banche rispetto alle crisi finanziarie e pandemiche. Sullo sfondo dei due interventi l’idea sottesa è che il sistema bancario frammentato e il “circolo vizioso” tra banche e sovrani siano stati un amplificatore della crisi del debito sovrano dell’UE seguito alla crisi bancaria. Tutte le risposte di adeguamento delle policy di tesoreria del sovrano e i costanti aggiustamenti dei regolatori internazionali volti a rinforzare i requisiti patrimoniali del sistema bancario cercano una soluzione più o meno temporanea a quel problema. Sovrapporre le delicate variazioni di collocamento del sovrano in risposta alle crisi con le attività di riforma del sistema bancario acquista così una nuova luce e fornisce nuove prospettive di veduta. L’aspetto più volte ricordato dagli accademici di un fenomeno osservato nel 2008 fra gli Stati membri dell’Unione europea, ovvero che al blocco dei flussi di capitali transfrontalieri corrispose un flusso continuo di capitali all’interno dei Paesi, rappresentò un radicamento del rapporto fra banche e sovrano (1 ). La risposta nell’efficienza del collocamento del sovrano non sempre bilanciata da requisiti patrimoniali solidi di un sistema bancario domestico ha innescato costanti preoccupazioni sul fatto che le banche detengano importi proporzionalmente eccessivi di debito pubblico nazionale. Le ultime risposte regolamentari appaiono come parziali soluzioni a questo problema generale che evolve nel contesto di crisi molteplici e trova adeguamenti costanti nel tempo. Sebbene alcune soluzioni politiche (backstop dell’ESM) sembrano aver chiuso il loro ciclo di vita, stemperate dalla crescente azione riformatrice dei requisiti prudenziali che consegnano sempre più istituzioni finanziarie solide e ben patrimonializzate, con coefficienti di crediti non performanti in netto declino nonostante cicli economici avversi, con l’ultimo tentativo normativo (CMDI) di ricondurre in un’ottica di supervisione unitaria (SRB) le decisioni di risoluzione delle banche aventi un “impatto regionale”, tutto questo fornisce una cornice più o meno stabile al rapporto banche-sovrano là dove un concetto di sovranità ancora sovra-determina, per l’appunto, il destino dell’Unione bancaria, ove una rete di sicurezza comune finanziata dall’industria (EDIS) non può trovare un suo naturale scopo in ragione del forte legame tra il finanziamento pubblico e le banche. Se un sistema bancario è forte, la capacità del sovrano sarà altrettanto performante nella sua azione di gestire la domanda e l’offerta di finanziamento nei mercati, di guisa che l’efficienza delle politiche fiscali trova in un sistema bancario solido l’anello di trasmissione ideale per veicolare prospettive di crescita a famiglie ed imprese. Roma, marzo 2024
Maggiori Informazioni
Autore | Lunghi Laura;Cannata Maria |
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Editore | Giuffrè |
Anno | 2024 |
Tipologia | Libro |
Collana | Diritto dei mercati |
Lingua | Italiano |
Larghezza | 0 |
Stato editoriale | In Commercio |