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Diritto forestale e ambientale. Profili di diritto nazionale ed europeo 3/ed.

ISBN/EAN
9788892136076
Editore
Giappichelli
Formato
Libro in brossura
Anno
2020
Edizione
3
Pagine
432

Disponibile

39,00 €
Singolare destino quello della selvicoltura. Da un lato non ha mai sollevato dubbi e interrogativi circa l’essenza della sua agrarietà: è stata inserita nella tri- logia di attività essenzialmente agricole fin dalla originaria formulazione del- l’art. 2135 del codice civile e, a differe nza dell’attività zootecnica, il riconosci- mento della sua natura agraria non è mai stato subordinato alla circostanza di rivestire un ruolo ancillare, di collegamento funzionale alla coltivazione del fon- do. La sua posizione marginale, al cont empo, dunque, privilegiata nel dibattito sul fondamento dell’agrarietà, si giustifi ca alla luce della stretta analogia che, per sua natura, la selvicoltura prospetta con la coltivazione del fondo, sagace- mente colta da Enrico Bassanelli ed Ageo Arcangeli che ne hanno coniato la definizione di attività di coltivazione del bosco. Dall’altro lato, tradizionalmen- te l’attività selvicolturale anche quando svolta in forma imprenditoriale, è stata relegata in una sorta di cono d’ombra ne ll’ambito del diritto agrario, per ragio- ni che sono legate sia alla sua peculiare essenza di attività tradizionalmente considerata agricola, ma che non ha mai intrecciato stretti legami con l’alimen- tazione, cioè non è mai stata dedicata a quel fine che, se pur non unico, come la teoria del ciclo biologico ci insegna, è rimasto per lungo tempo, intuitivamente e storicamente, lo scopo primario che gu ida l’esercizio dell’agricoltura, fino a giustificare la costruzione di un vero e proprio diritto agro-alimentare; sia alla peculiare natura del bene ch e della stessa attività forma oggetto, il bosco. La rara ma autorevole dottrina che ha dedicato la sua attenzione alla materia fore- stale fin dagli anni settanta ne ha colto i segni di un settore in cui, per usare un’espressione di Francesco Milani, si intrecciano la sfera del diritto stretta- mente individualistico, che ha soprattutto il senso degli interessi, e quella del diritto sociale, che ha piuttosto il senso delle funzioni. In questa direzione, nel- le prime riflessioni dottrinali si è an data immediatamente evidenziando una sorta di plurifunzionalità del bosco, come bene non solo produttivo, ma anche naturalmente strumentale alla difesa idrogeologica, oltre che a quella igienico climatica, valorizzato in questa sua inti ma essenza dagli allora scarni frammenti di normativa forestale, in particolare quella sul vincolo idrogeologico contenuta nel r.d. 30 dicembre 1923, n. 3267 “ Riordinamento e riforma della legislazione in materia di boschi e di terreni montani”, cd. “Legge Serpieri”, sulla scia del suo precedente, la legge forestale 20 giugno 1877, n. 3917. Il tempo ha segnato una innegabile es pansione dei contorni della plurifun- zionalità del bosco la quale va colorandosi di una nuova dimensione che travali- ca il profilo della difesa idrogeologica e si orienta verso il più ampio orizzonte della tutela dell’ambiente e del paesaggio. L’attività forestale riveste una posi- zione strategica nella attuale dimensione della tutela ambientale, non più soltan- to come elemento di rilievo all’interno delle aree protette e delle zone montane: in questa nuova ottica, infatti, si rivaluta la sua tradizionale veste di strumento di difesa idrogeologica, come argine alle conseguenze perverse che derivano dai cambiamenti climatici; e si esalta la su a tradizionale predisposizione alla produ- zione di beni non alimentari, nella posi zione privilegiata che essa assume oggi come produttore di biomasse, sia attrave rso l’utilizzazione dei residui forestali, sia, in particolare, attraverso l’arboricoltura da legno. La produzione di biomas- se forestali rappresenta attualmente una pedina importante nel nuovo corso del- la politica energetica nazionale come risposta italiana agli auspici dell’Unione Europea, di un’azione decisa e immediata degli Stati membri per contrastare le sfide poste dai cambiamenti climatici. Innegabile è poi il ruolo che il bosco e la sua coltivazione rivestono nell’ottica della moderna concezione giuridica del p aesaggio, che, con la Convenzione eu- ropea del paesaggio e con il Codice dei beni culturali e del paesaggio, si è eman- cipata dalla larvata identificazione con l’ambiente ed ha acquisito una autono- mia funzionale e sostanziale, assumendo i connotati di bene culturale. Il bosco e la selvicoltura sono coinvo lti nel complesso e articolato strumentario giuridico vincolistico e pianificatorio, predisposto dal Codice, e negli interventi di orto- pedia giuridica che nel tempo hanno modificato il suo dettato originario, attento a conciliare la protezione della valenza paesaggistica del bosco soggetto ex lege al vincolo paesaggistico con le esigenze della relativa utilizzazione economica. E nella moderna dimensione del paesaggio come bene culturale si collocano alcuni tra i più recenti interventi del legi slatore in materia forestale, alla luce dei quali la componente più significativa del bosco, cioè gli alberi, allorquando rive- stono una profonda valenza naturalistica o un forte profilo culturale, perché ra- ri, antichi, legati all’arte o alla storia, sono oggetto di normative mirate alla rela- tiva conservazione e valorizzazione, come espressioni significative del paesaggio. Lo spazio di eccellenza che il bosco si è ritagliato nel giocare in chiave mo- derna il suo ruolo antico di bene plurifunzionale si rispecchia nel rinnovato inte- resse del legislatore, fino a coinvolgere il bosco e l’impresa forestale nel processo di ammodernamento e riordino della norm ativa inerente l’impresa agricola, ma, ancora una volta, riservando ad essi una disciplina ad hoc, finalizzata a cogliere degli stessi le indubbie specificità, condensata nel d.lgs. 18 maggio 2001, n. 227, recentemente rivisitata dal d.lgs. 3 aprile 2018, n. 34 “Testo unico in materia di foreste e filie re forestali ”, che abroga il suo precedente ed offre una revisione globale della materia finalizzata ad allin eare la sua disciplina alla normativa eu- ropea, agli impegni assunti dal nostro P aese in sede europea e internazionale, nonché alle nuove regole dei mercati. Il volume, giunto ormai alla terza edizione, si dipana in una serie di contribu- ti di Autori diversi ai quali va il mio ringraziamento per la preziosa collabora- zione, ed offre un quadro degli interventi normativi, di matrice nazionale, inter- nazionale e dell’Unione Europea, a tutela del bosco come bene ad uso controlla- to, riservando ampio spazio alla disciplina di settori che al bosco sono intrecciati da legami valoriali, l’ambiente ed il paesaggio.

Maggiori Informazioni

Autore Ferrucci Nicoletta
Editore Giappichelli
Anno 2020
Tipologia Libro
Lingua Italiano
Larghezza 0
Stato editoriale In Commercio