Di alcuni colori e di alcuni artisti

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- ISBN/EAN
- 9788846740847
- Editore
- Edizioni ETS
- Collana
- Obliqui
- Formato
- Libro in brossura
- Anno
- 2014
- Pagine
- 197
Disponibile
18,00 €
Perché Giovanbattista Tiepolo "sfrangiava" con il pennello il colore più scuro sulla parte più chiara già essiccata? E perché usava anche in affresco dei colori come cinabro, minio e blu di Prussia benché siano inadatti a questa tecnica pittorica? Come mai Leonardo nel suo trattato sulla pittura cita spesso due colori della gamma dei gialli, aloe cammellino e giallolino, trascurandone altri? Attraverso le opere di vari artisti, da quelli sconosciuti della preistoria, al romano Studius fino a Kandinskij o Hering, da Michelangelo e Veronese ai Cretti di Burri e a pittori viventi, si dipana la storia, anche chimica (quand'è che un colore si può definire naturale?), di alcuni colori tra i più usati fin da tempi remoti. Le lontane provenienze di determinati coloranti e pigmenti come il lapislazzulo, il blu egizio o lo sfolgorante orpimento, quali emergono dai trattati, da Plinio e Vitruvio passando per Eraclio, Teofilo, e i pittori/trattatisti come Cennino Cennini, Leonardo, Vasari e altri meno conosciuti, o i ricettari spesso anonimi, arrivando fino a Salvador Dalì, attestano l'interesse che avevano gli artisti per i materiali migliori allo scopo di valorizzare il loro talento e conseguire determinati effetti visivi. Il libro pone e chiarisce alcune questioni, sia di interesse specifico che generale sulla storia, manipolazione, visione e percezione dell'universo colore.
Maggiori Informazioni
Autore | Stefanini Matilde |
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Editore | Edizioni ETS |
Anno | 2014 |
Tipologia | Libro |
Collana | Obliqui |
Num. Collana | 34 |
Lingua | Italiano |
Larghezza | 0 |
Stato editoriale | In Commercio |
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