Città stagionali. Rigenerazione urbana oltre il turismo

Le urbanizzazioni per il turismo balneare realizzate negli anni '50-70 del secolo scorso rappresentano un'eredità consistente del fervore edilizio che accompagnò la crescita "miracolosa" dei paesi ad economia capitalistica come l'Italia. Alcuni interventi sono opere di architetti prestigiosi, ma moltissimi altri sono scaturiti da logiche speculative di mercato e, pertanto, sono nati al margine delle riflessioni intellettuali. Proprio tale cospicua e diffusa produzione edilizia ha assunto un ruolo fondamentale nella incessante trasformazione dei litorali. In questo testo l'attenzione è rivolta ai modelli progettuali, alle "visioni" professionali, ma anche alle scelte amministrative e alle pratiche sociali che hanno contribuito a cambiare i paesaggi costieri. Il volume propone uno sguardo inedito sugli insediamenti nati per il turismo balneare di massa, sulle anonime "seconde case", e sugli effetti della pianificazione urbanistica legata a politiche urbane di espansione sbilanciate sull'idea di "valorizzazione turistica" come catalizzatore di crescita economica piuttosto che come occasione di qualificazione dello spazio abitato. Oggi questi episodi incompleti di "città sparsa", dove la vitalità ciclica del turismo si sovrappone alle pratiche degli abitanti in transito, offrono alle discipline del progetto l'opportunità di rispondere a nuove istanze svincolandosi dai tracciati basati sulla rendita di posizione e su anacronistiche segregazioni geografiche di funzioni urbane.