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Biologia dello Sviluppo 2/ed.

ISBN/EAN
9788808721143
Editore
Zanichelli
Formato
Brossura
Anno
2017
Edizione
2 (5° inglese)
Pagine
680

Disponibile

92,70 €
La biologia dello sviluppo studia come i geni contenuti nell’uovo fecondato controllino le attività cellulari dell’embrione, determinando le caratteristiche dei viventi. È una disciplina alla base di tutta la biologia degli organismi multicellulari ed è fondamentale anche per studiare i processi evolutivi, poiché gli organismi meglio adattati all’ambiente sono il risultato di cambiamenti nei processi di sviluppo. Fin dall’inizio l’attenzione degli autori si concentra sui processi di formazione del piano corporeo di Drosophila (Capitolo 2), per il ruolo centrale che il moscerino della frutta svolge da sempre nella comprensione dei meccanismi che regolano lo sviluppo. Si passa poi a descrivere l’embriologia e la genetica degli organismi modello dei vertebrati e si trattano le principali metodologie impiegate per il loro studio (Capitolo 3) introducendo uno schema dello sviluppo embrionale dell’uomo, importante per le applicazioni mediche. I meccanismi coinvolti nella formazione del pattern nei primi stadi di sviluppo dei sistemi modello di vertebrati sono approfonditi nei due capitoli successivi (Capitoli 4 e 5), Il Capitolo 6 è incentrato sulla formazione del piano corporeo di due organismi modello di invertebrati: nematodi e ricci di mare. Il Capitolo 7 è dedicato allo sviluppo delle piante, spesso trascurato nei testi generali di biologia dello sviluppo. Il Capitolo 8 tratta il differenziamento cellulare e le cellule staminali, il Capitolo 9 la morfogenesi. Il Capitolo 10 approfondisce lo studio di cellule germinali, fecondazione e determinazione del sesso principalmente nel topo, in Drosophila e in Caenorhabditis elegans. Sia il Capitolo 11 sull’organogenesi che il Capitolo 12 sullo sviluppo del sistema nervoso riguardano argomenti molto ampi di cui trattano i concetti fondamentali. Crescita e rigenerazione sono riunite nel Capitolo 13, mentre il Capitolo 14 delinea infine come l’evoluzione degli organismi sia collegata allo sviluppo embrionale. Sono inoltre presenti numerose schede di approfondimento che mettono in evidenza gli argomenti di rilevanza medica. Le risorse multimediali: All’indirizzo online sono disponibili i test interattivi, il glossario, le animazioni, i filmati, la sitografia e le attività, le tracce per le risposte e gli approfondimenti. Per accedere alle risorse protette è necessario registrarsi su myzanichelli.it inserendo la chiave di attivazione personale contenuta nel volume.

Maggiori Informazioni

Autore Wolpert Lewis; Tickle Cheryll; Martinez Arias Alfonso
Editore Zanichelli
Anno 2017
Lingua Italiano
Indice CAPITOLO 1 Le origini della biologia dello sviluppo e gli strumenti concettuali 1 SCHEDA 1A Gli stadi di sviluppo di Xenopus laevis 3 Le origini della biologia dello sviluppo 4 1.1 Aristotele per primo ha definito il problema dell’epigenesi e del preformismo 4 1.2 La teoria cellulare ha modificato profondamente le nostre idee sullo sviluppo embrionale e sull’ereditarietà 5 1.3 Modelli di sviluppo embrionale 6 SCHEDA 1B BIOLOGIA CELLULARE Il ciclo cellulare mitotico 6 1.4 La scoperta dell’induzione dimostrò come un gruppo di cellule possa determinare lo sviluppo delle cellule vicine 8 1.5 La fusione della genetica con l’embriologia ha dato origine alla biologia dello sviluppo 9 1.6 Lo sviluppo è studiato principalmente attraverso l’uso di modelli animali 10 1.7 I primi geni dello sviluppo furono identificati attraverso mutazioni spontanee 12 Gli strumenti concettuali 14 1.8 Lo sviluppo include la divisione cellulare, la comparsa del pattern, Il cambiamento della forma, il differenziamento cellulare e l’accrescimento 14 SCHEDA 1C BIOLOGIA CELLULARE Foglietti embrionali 16 1.9 Il comportamento cellulare mette in relazione l’attività dei geni con i processi dello sviluppo 18 1.10 I geni regolano il comportamento cellulare controllando quali proteine vengono sintetizzate in una cellula 19 SCHEDA 1D ESPERIMENTI Visualizzazione dell’espressione genica negli embrioni 21 1.11 Il controllo dello sviluppo è dovuto a differenze nell’attività genica 22 1.12 Lo sviluppo è progressivo e il destino cellulare viene determinato in tempi diversi 23 1.13 Le interazioni induttive possono rendere le ellule differenti l’una dall’altra 26 SCHEDA 1E BIOLOGIA CELLULARE Trasduzione del segnale e vie di segnalazione intracellulare 28 SCHEDA 1F MEDICINA Quando qualcosa non funziona correttamente durante lo sviluppo 29 1.14 La risposta ai segnali induttivi dipende dallo stato della cellula 30 1.15 Il patterning può includere l’interpretazione dell’informazione di posizione 30 1.16 L’inibizione laterale può generare pattern con spaziature regolari 32 1.17 La localizzazione di determinanti citoplasmatici e la divisione cellulare asimmetrica possono generare cellule figlie differenti l’una dall’altra 33 1.18 L’embrione contiene un programma “progettuale” piuttosto che “descrittivo” 34 1.19 L’affidabilità del programma dello sviluppo può essere ottenuta in diversi modi 34 1.20 La complessità dello sviluppo embrionale deriva dalla complessità delle cellule stesse 35 1.21 Lo sviluppo è un elemento centrale nell’evoluzione 36 RIASSUNTO DEL CAPITOLO 1 37 DOMANDE DI FINE CAPITOLO 38 CAPITOLO 2 Lo sviluppo del piano corporeo in Drosophila 41 Il ciclo vitale e lo sviluppo di Drosophila 42 2.1 Nelle prime fasi di sviluppo l’embrione di Drosophila è un sincizio multinucleato 42 2.2 La cellularizzazione è seguita dalla gastrulazione e dalla segmentazione 44 2.3 Dopo la schiusa la larva di Drosophila si sviluppa attraverso alcuni stadi specifici, diventa pupa, va incontro poi alla metamorfosi per diventare un adulto 45 2.4 Molti geni responsabili dello sviluppo sono stati identificati in Drosophila mediante screening genetici su larga scala 46 SCHEDA 2A ESPERIMENTI Mutagenesi e screening genetico come strategia per identificare mutanti dello sviluppo in Drosophila 47 La predisposizione degli assi corporei 48 2.5 Gli assi del piano corporeo sono predisposti quando l’embrione di Drosophila è allo stadio di sincizio 48 2.6 I fattori materni definiscono gli assi del piano corporeo e regolano i primi stadi di sviluppo di Drosophila 50 2.7 Tre classi di geni materni specificano l’asse antero-posteriore 51 2.8 La proteina Bicoid stabilisce un gradiente antero-posteriore di morfogeno 52 2.9 La formazione del pattern posteriore è controllata dal gradiente delle proteine Nanos e Caudal 53 2.10 Le estremità anteriore e posteriore dell’embrione sono specificate dall’attivazione di un recettore sulla superficie cellulare 55 2.11 La polarità dorso-ventrale dell’embrione è specificata dalla localizzazione di proteine materne nell’involucro vitellino dell’uovo 56 2.12 L’informazione posizionale lungo l’asse dorsoventrale è regolata dalla proteina Dorsal 56 SCHEDA 2B BIOLOGIA CELLULARE La via di segnalazione di Toll è una via multifunzionale 58 La localizzazione dei determinanti materni durante l’oogenesi 58 2.13 L’asse antero-posteriore dell’uovo di Drosophila è specificato da segnali che provengono dalla camera ovarica e dall’interazione dell’oocita con le cellule follicolari 59 SCHEDA 2C BIOLOGIA CELLULARE La via di segnalazione JAK-STAT 60 2.14 La localizzazione di mRNA materni nelle due parti terminali dell’uovo dipende dalla riorganizzazione del citoscheletro dell’oocita 61 2.15 L’asse dorso-ventrale dell’uovo è specificato da movimenti del nucleo dell’oocita seguiti da segnali tra le cellule follicolari e l’oocita stesso 63 Il patterning dell’embrione precoce 65 2.16 L’espressione di geni zigotici lungo l’asse dorso-ventrale è controllata dalla proteina Dorsal 65 2.17 La proteina Decapentaplegic agisce come morfogeno per modellare la regione dorsale 68 2.18 L’asse antero-posteriore è suddiviso in ampie regioni dall’espressione dei geni gap 70 2.19 La proteina Bicoid fornisce un segnale di posizione per l’espressione del gene zigotico hunchback 70 SCHEDA 2D ESPERIMENTI La trasformazione mediata dagli elementi-P 72 SCHEDA 2E ESPERIMENTI Espressione genica mirata e misexpression screening 73 2.20 Il gradiente della proteina Hunchback attiva e reprime altri geni gap 73 L’attivazione dei geni pair-rule e la definizione dei parasegmenti 75 2.21 I parasegmenti sono delimitati dall’espressione dei geni pair-rule con un pattern periodico 76 2.22 L’attività dei geni gap posiziona le strisce di espressione dei geni pair-rule 77 2.23 Alcuni insetti usano meccanismi diversi per modellare il piano corporeo 79 I geni della segmentazione e il patterning dei segmenti 81 2.24 L’espressione del gene engrailed definisce il confine di un parasegmento che è anche il confine di restrizione della linea cellulare differenziativa 81 2.25 I geni della segmentazione stabilizzano i confini dei parasegmenti 83 2.26 Segnali generati al confine dei parasegmenti delimitano e modellano i futuri segmenti 84 SCHEDA 2F BIOLOGIA CELLULARE La via di segnalazione di Hedgehog 86 SCHEDA 2G ESPERIMENTI Mutanti del pattern dei dentelli forniscono indicazioni sulla logica del patterning dei segmenti 87 2.27 I confini dei compartimenti permangono nel moscerino adulto 88 SCHEDA 2H ESPERIMENTI Mosaici genetici e ricombinazione mitotica 89 2.28 Le cellule dell’epidermide dell’insetto vengono individualmente polarizzate in una direzione antero-posteriore nel piano dell’epitelio 90 SCHEDA 2I Polarità cellulare planare in Drosophila 91 La specificazione dell’identità dei segmenti 94 2.29 In Drosophila l’identità dei segmenti è specificata dai geni Hox 94 2.30 I geni selettori omeotici del complesso bithorax sono responsabili della diversificazione dei segmenti posteriori 95 2.31 Il complesso Antennapedia controlla la specificazione delle regioni anteriori 96 2.32 L’ordine di espressione dei geni Hox corrisponde all’ordine dei geni lungo il cromosoma 97 2.33 La regione della testa di Drosophila è specificata da geni diversi dai geni Hox 97 RIASSUNTO DEL CAPITOLO 2 98 DOMANDE DI FINE CAPITOLO 100 CAPITOLO 3 Sviluppo dei vertebrati I: cicli di sviluppo e tecniche sperimentali 106 Cicli vitali dei vertebrati e cenni di sviluppo 107 3.1 La rana Xenopus laevis è il modello di anfibio per studiare lo sviluppo del piano corporeo 110 3.2 L’embrione del pesce zebra si sviluppa intorno a una grande massa di tuorlo 114 3.3 Uccelli e mammiferi sono simili fra loro ma diversi da Xenopus per quanto riguarda molti aspetti importanti dello sviluppo precoce 116 3.4 L’embrione precoce di pollo si sviluppa come un disco piatto di cellule sovrastante un grosso tuorlo 117 3.5 Le uova di topo non hanno tuorlo e il loro sviluppo precoce prevede il posizionamento delle cellule in modo da formare la placenta e le membrane extraembrionali 123 3.6 Lo sviluppo precoce dell’embrione umano è simile a quello del topo 127 SCHEDA 3A MEDICINA Diagnosi genetica pre-impianto 129 Tecniche sperimentali per studiare lo sviluppo dei vertebrati 131 SCHEDA 3B ESPERIMENTI Analisi del profilo di espressione genica mediante le tecniche di DNA microarray e sequenziamento di RNA (RNA seq) 132 3.7 La mappatura del destino cellulare rivela quali strutture nell’adulto derivano da determinati tipi cellulari nell’embrione precoce 133 3.8 Non tutte le tecniche sono ugualmente applicabili a tutti i vertebrati 135 3.9 I geni importanti per lo sviluppo possono essere identificati grazie a mutazioni spontanee e ad analisi di mutagenesi su larga scala 136 SCHEDA 3C ESPERIMENTI Selezione di mutazioni recessive nel pesce zebra in seguito a mutagenesi su larga scala 138 3.10 La tecnica della transgenesi consente di produrre animali portatori di mutazioni in geni specifici 138 SCHEDA 3D ESPERIMENTI Il sistema Cre/loxP: la strategia per effettuare il knock-out genico nel topo 142 3.11 La funzione di un gene può anche essere studiata tramite transgenesi transitoria e silenziamento genico 143 3.12 Tecniche di immunoprecipitazione della cromatina possono rilevare reti di regolazione genica nello sviluppo embrionale 143 RIASSUNTO DEL CAPITOLO 3 144 DOMANDE DI FINE CAPITOLO 145 CAPITOLO 4 Lo sviluppo dei vertebrati II: Xenopus e pesce zebra 148 La formazione degli assi corporei 149 4.1 In Xenopus l’asse animale-vegetativo è determinato da fattori materni 149 SCHEDA 4A BIOLOGIA CELLULARE Segnali proteici intracellulari nello sviluppo dei vertebrati 151 SCHEDA 4B BIOLOGIA CELLULARE La via di segnalazione di Wnt/b-catenina 152 4.2 L’attivazione locale dei segnali di Wnt/b-catenina specifica il futuro asse dorsale dell’embrione 152 4.3 Centri di segnalazione si sviluppano sul lato dorsale della blastula 155 L’origine e la specificazione dei foglietti embrionali 157 4.4 La mappa del destino della blastula di Xenopus mostra chiaramente il significato della gastrulazione 157 4.5 Le cellule degli embrioni precoci di Xenopus non hanno ancora un destino determinato e sono ancora possibili regolazioni 158 4.6 Endoderma ed ectoderma vengono specificati da fattori materni, mentre il mesoderma è indotto dall’ectoderma mediante segnali provenienti dalla regione vegetativa 159 SCHEDA 4C BIOLOGIA CELLULARE Segnali dei membri della famiglia di fattori di crescita TGF-b 160 4.7 L’induzione del mesoderma avviene durante un periodo limitato nello stadio di blastula 162 4.8 L’espressione di geni zigotici si attiva durante la transizione a blastula intermedia 163 4.9 Segnali di induzione e formazione del mesoderma vengono prodotti dalla regione vegetativa, dall’organizzatore e dal mesoderma ventrale 163 4.10 Membri della famiglia del TGF-b sono stati identificati come induttori del mesoderma 165 4.11 L’espressione zigotica dei segnali di induzione e della specificazione del pattern del mesoderma è attivata dall’azione combinata del VegT materno e dei segnali di Wnt 165 SCHEDA 4D ESPERIMENTI Studiare le funzioni dei recettori usando mutazioni dominanti negative 166 4.12 I gradienti dei segnali proteici e le risposte ai valori soglia potrebbero modulare la formazione del mesoderma 167 SCHEDA 4E BIOLOGIA CELLULARE La via di segnalazione di FGF 168 L’organizzatore di Spemann e l’induzione neurale 170 4.13 Segnali che partono dall’organizzatore antagonizzano gli effetti di segnali ventralizzanti e dunque specificano il pattern del mesoderma lungo l’asse dorso-ventrale 170 4.14 L’asse antero-posteriore dell’embrione viene definito durante la gastrulazione 172 4.15 La piastra neurale è indotta nell’ectoderma 175 4.16 Il sistema nervoso è definito lungo l’asse anteroposteriore mediante segnali provenienti dal mesoderma 177 4.17 Il piano corporeo finale emerge alla fine della gastrulazione e della neurulazione 178 Sviluppo del piano corporeo nel pesce zebra 180 4.18 Gli assi corporei nel pesce zebra vengono stabiliti da determinanti materni 180 4.19 I foglietti embrionali vengono specificati nel blastoderma del pesce zebra a partire da segnali simili a quelli che intervengono in Xenopus 181 4.20 Nel pesce zebra lo scudo è l’organizzatore embrionale simile all’organizzatore di Spemann in Xenopus 183 RIASSUNTO DEL CAPITOLO 4 184 DOMANDE DI FINE CAPITOLO 186 CAPITOLO 5 Sviluppo dei vertebrati III: pollo e topo, il completamento del piano corporeo 190 Sviluppo del piano corporeo nel pollo e nel topo 191 5.1 La polarità antero-posteriore del blastoderma di pollo è collegata alla stria primitiva 191 5.2 Le fasi iniziali dello sviluppo del topo definiscono distinte linee cellulari nell’embrione e nelle strutture extraembrionali 193 5.3 Il movimento dell’endoderma viscerale anteriore indica l’asse antero-posteriore definitivo nell’embrione di topo 196 SCHEDA 5A BIOLOGIA CELLULARE Regolazione fine del segnale di Nodal 199 5.4 Le mappe presuntive dei vertebrati sono variazioni di uno schema di base comune 200 5.5 L’induzione del mesoderma e il patterning nel pollo e nel topo avvengono durante la formazione della stria primitiva 202 5.6 Il nodo che si sviluppa nella regione anteriore della stria primitiva nell’embrione di pollo e di topo equivale all’organizzatore di Spemann in Xenopus 203 5.7 L’induzione neurale nel pollo e nel topo è promossa dal segnale dell’FGF, mentre l’inibizione di BMP è necessaria nelle fasi successive 205 SCHEDA 5B BIOLOGIA CELLULARE I complessi di rimodellamento della cromatina 207 5.8 Le strutture assiali nel pollo e nel topo vengono generate da popolazioni cellulari che si autorinnovano 208 SCHEDA 5C BIOLOGIA CELLULARE L’acido retinoico: una piccola molecola di segnalazione intercellulare 211 La formazione dei somiti e il patterning antero-posteriore 213 5.9 I somiti si formano secondo un ordine ben definito lungo l’asse antero-posteriore 213 SCHEDA 5D BIOLOGIA CELLULARE La via di segnalazione di Notch 217 5.10 L’espressione dei geni Hox specifica l’identità dei somiti lungo l’asse antero-posteriore 218 SCHEDA 5E I geni Hox 220 5.11 La delezione o la sovraespressione dei geni Hox causa cambiamenti nel pattern assiale 223 5.12 L’espressione del gene Hox è attivata secondo un pattern antero-posteriore 225 5.13 Segnali che provengono da tessuti adiacenti determinano il destino delle cellule del somite 226 L’origine e il patterning della cresta neurale 228 5.14 Le cellule della cresta neurale hanno origine dai margini del tubo neurale e migrano per dare luogo a un’ampia varietà di diversi tipi cellulari 228 5.15 Le cellule della cresta neurale migrano dal romboencefalo per popolare gli archi branchiali 231 Determinazione dell’asimmetria bilaterale 232 5.16 La simmetria bilaterale nell’embrione precoce viene interrotta per sviluppare l’asimmetria bilaterale degli organi interni 232 5.17 La rottura della simmetria bilaterale può iniziare precocemente nelle cellule dell’embrione 234 RIASSUNTO DEL CAPITOLO 5 236 DOMANDE DI FINE CAPITOLO 236 CAPITOLO 6 Sviluppo di nematodi e ricci di mare 241 I nematodi 242 SCHEDA 6A BIOLOGIA CELLULARE Apoptosi in nematodi, Drosophila e mammiferi 243 6.1 La discendenza cellulare di Caenorhabditis elegans è pressoché costante 245 SCHEDA 6B ESPERIMENTI Silenziamento genico con le tecniche di RNA antisenso e interferenza da RNA 245 6.2 L’asse antero-posteriore in Caenorhabditis elegans è determinato da divisioni cellulari asimmetriche 246 6.3 L’asse dorso-ventrale in Caenorhabditis elegans è determinato da interazioni fra cellule 248 6.4 Nell’embrione precoce di nematode il destino cellulare è determinato sia da divisioni asimmetriche che da interazioni cellula-cellula 250 6.5 Il differenziamento cellulare nel nematode è strettamente legato agli schemi di divisione cellulare 252 6.6 I geni Hox specificano l’identità posizionale lungo l’asse antero-posteriore in Caenorhabditis elegans 253 6.7 I tempi dello sviluppo del nematode sono sotto controllo genetico e coinvolgono i microRNA 254 SCHEDA 6C Silenziamento genico mediato da microRNA 256 6.8 Lo sviluppo della vulva comincia con l’induzione di un piccolo gruppo di cellule mediante segnali a corto raggio provenienti da una singola cellula induttrice 257 Gli echinodermi 260 6.9 L’embrione del riccio di mare si sviluppa in una larva liberamente natante 260 6.10 L’uovo di riccio di mare ha una polarità animalevegetativa 261 6.11 La mappa del destino cellulare del riccio di mare è finemente specificata, tuttavia sono possibili importanti regolazioni 263 6.12 La regione vegetativa dell’embrione di riccio di mare agisce come organizzatore 264 6.13 La regione vegetativa dell’embrione di riccio di mare è definita dall’accumulo nucleare della β-catenina 265 6.14 Gli assi animale-vegetativo e orale-aborale possono essere considerati il corrispettivo degli assi antero-posteriore e dorso-ventrale degli altri deuterostomi 267 6.15 Lo scheletro del pluteo si sviluppa dal mesenchima primario 267 SCHEDA 6D ESPERIMENTI La rete di regolazione genica per la specificazione dell’endoderma nell’embrione di riccio di mare 269 6.16 L’asse orale-aborale nel riccio di mare è in relazione alla posizione del piano della prima divisione 270 6.17 L’ectoderma orale agisce come regione organizzatrice dell’asse orale-aborale 271 RIASSUNTO DEL CAPITOLO 6 272 DOMANDE DI FINE CAPITOLO 273 CAPITOLO 7 Lo sviluppo delle piante 278 7.1 La pianta modello Arabidopsis thaliana ha un ciclo vitale breve e un piccolo genoma diploide 280 Lo sviluppo embrionale 281 7.2 Gli embrioni delle piante si sviluppano attraverso alcuni stadi ben distinti 281 SCHEDA 7A L’embriogenesi delle angiosperme 282 7.3 I gradienti di auxina determinano l’asse embrionale apico-basale 284 7.4 Le cellule somatiche delle piante possono dare origine a embrioni e germogli 286 SCHEDA 7B ESPERIMENTI Le piante transgeniche 287 7.5 L’aumento della dimensione è il principale processo coinvolto nella crescita e nella morfogenesi dei vegetali 288 I meristemi 289 7.6 I meristemi contengono una piccola zona centrale di cellule staminali che si automantengono 290 7.7 La dimensione dell’area occupata dalle cellule staminali è mantenuta costante grazie a circuiti a feedback verso il centro organizzatore 291 7.8 Il destino delle cellule dei diversi strati meristematici può essere modificato cambiando la loro posizione 293 7.9 Attraverso analisi clonali è stata costruita una mappa del destino per il meristema apicale dell’embrione 294 7.10 Lo sviluppo dei meristemi dipende anche da segnali inviati da altre parti della pianta 296 7.11 L’attività di alcuni geni è fondamentale per la determinazione degli assi prossimo-distale e adassiale-abassiale nelle foglie 296 7.12 La disposizione regolare delle foglie in un fusto è determinata dal flusso dell’ormone auxina 298 7.13 I tessuti dell’apice della radice di Arabidopsis derivano dal meristema radicale attraverso un modello di divisioni cellulari estremamente stereotipato 299 7.14 I peli radicali sono specificati da una combinazione di informazioni posizionali e di inibizione laterale 302 Lo sviluppo del fiore e il controllo della fioritura 303 7.15 L’identità degli organi fiorali è controllata da geni omeotici 303 SCHEDA 7C Il modello base del patterning del fiore di Arabidopsis 306 7.16 Il fiore di Antirrhinum è organizzato dorsoventralmente e radialmente 308 7.17 La porzione più interna da meristema apicale controlla l’organizzazione del meristema fiorale 308 7.18 La transizione da meristema apicale vegetativo a meristema fiorale è controllato da meccanismi ambientali e genetici 309 7.19 La maggior parte delle piante sviluppa fiori ermafroditi, ma alcune specie producono fiori unisessuali 312 RIASSUNTO DEL CAPITOLO 7 313 DOMANDE DI FINE CAPITOLO 314 CAPITOLO 8 Differenziamento cellulare e cellule staminali 318 Il controllo dell’espressione genica 321 8.1 Il controllo della trascrizione coinvolge sia regolatori trascrizionali generali che tessutospecifici 322 8.2 L’espressione genica è controllata anche da modificazioni chimiche e strutturali del DNA e delle proteine istoniche che alterano la struttura della cromatina 325 SCHEDA 8A BIOLOGIA CELLULARE Il controllo epigenetico dell’espressione genica mediante modificazioni della cromatina 326 8.3 I profili dell’attività genica possono essere ereditati grazie alla persistenza di proteine regolatrici o al mantenimento delle modificazioni cromatiniche 327 8.4 I cambiamenti nei profili di espressione genica durante il differenziamento possono essere attivati da segnali extracellulari 329 Modelli di differenziamento cellulare e cellule staminali 331 8.5 Il differenziamento muscolare è determinato dalla famiglia di fattori di trascrizione MyoD 331 8.6 Il differenziamento delle cellule muscolari comporta l’uscita dal ciclo cellulare ma il processo è reversibile 333 8.7 Tutte le cellule del sangue derivano da cellule staminali multipotenti 334 8.8 Cambiamenti intrinseci ed estrinseci controllano il differenziamento nelle linee ematopoietiche 337 8.9 L’espressione del gene della globina è regolata durante lo sviluppo da sequenze regolatrici distanti dalle regioni geniche codificanti 338 8.10 L’epidermide della pelle dei mammiferi adulti è continuamente sostituita dalle cellule prodotte dalle cellule staminali 341 8.11 Le cellule staminali usano diversi modi di divisione cellulare per mantenere il tessuto 343 8.12 L’epitelio dell’intestino è un altro tessuto che richiede una continua rigenerazione 344 8.13 Sia le cellule del muscolo scheletrico, sia le cellule nervose possono essere rigenerate nell’adulto grazie a cellule staminali 347 8.14 Le cellule staminali embrionali possono proliferare e differenziarsi in diversi tipi cellulari in coltura e contribuiscono al normale sviluppo in vivo 348 SCHEDA 8B BIOLOGIA CELLULARE Derivazione e coltura delle cellule staminali embrionali (ES) 349 La plasticità dello stato differenziato 352 8.15 I nuclei di cellule differenziate possono supportare lo sviluppo di un nuovo embrione 352 8.16 I profili di attività genica nelle cellule differenziate possono essere modificati dalla fusione cellulare 354 8.17 Lo stato differenziato di una cellula può cambiare mediante transdifferenziamento 355 8.18 Le cellule staminali potrebbero essere importanti in medicina rigenerativa 357 SCHEDA 8C MEDICINA Ingegneria dei tessuti mediante le cellule staminali 357 SCHEDA 8D ESPERIMENTI Cellule staminali pluripotenti indotte (cellule iPS) 359 8.19 Si possono utilizzare differenti approcci per generare cellule differenziate per terapie di cell-replacement 361 RIASSUNTO DEL CAPITOLO 8 364 DOMANDE DI FINE CAPITOLO 364 CAPITOLO 9 La morfogenesi: cambiamenti di forma dell’embrione precoce 369 L’adesione cellulare 371 SCHEDA 9A BIOLOGIA CELLULARE Molecole di adesione cellulare e giunzioni cellulari 371 9.1 La segregazione di cellule dissociate dimostra le differenze nell’adesività cellulare in tessuti diversi 372 9.2 Le caderine possono fornire specificità di adesione 374 SCHEDA 9B BIOLOGIA CELLULARE Il citoscheletro, cambiamento di forma cellulare e movimento cellulare 375 9.3 Le transizioni dei tessuti da epitelio a mesenchima, e viceversa, comportano cambiamenti nelle giunzioni adesive 376 La segmentazione e la formazione della blastula 377 9.4 L’orientamento del fuso mitotico determina il piano di segmentazione al momento della divisione cellulare 378 9.5 Il posizionamento del fuso all’interno della cellula determina anche se le cellule figlie avranno le stesse dimensioni o dimensioni diverse 380 9.6 Le cellule nella blastula di riccio di mare e nella morula di topo divengono polarizzate 382 9.7 Il blastocele della blastocisti di mammifero si forma con l’accumulo di fluido, come risultato della formazione delle giunzioni serrate e del trasporto di ioni 384 I movimenti della gastrulazione 385 9.8 La gastrulazione del riccio di mare comporta la transizione da epitelio a mesenchima, la migrazione cellulare e l’invaginazione della parete della blastula 386 9.9 L’invaginazione del mesoderma di Drosophila è dovuta a cambiamenti di forma delle cellule, controllati da geni che specificano l’asse dorsoventrale 390 9.10 L’estensione della banda germinale in Drosophila coinvolge il rimodellamento dipendente dalla miosina delle giunzioni cellulari e l’intercalazione cellulare 391 SCHEDA 9C L’estensione convergente 393 9.11 La gastrulazione negli anfibi e nei pesci coinvolge l’involuzione, l’epibolia e l’estensione convergente 394 9.12 Lo sviluppo della notocorda di Xenopus mostra la dipendenza della polarità cellulare mediolaterale su una preesistente polarità anteroposteriore 398 9.13 La gastrulazione nel pollo e nel topo comporta la delaminazione delle cellule dall’epiblasto e la loro ingressione attraverso la stria primitiva 399 La formazione del tubo neurale 403 9.14 La formazione del tubo neurale è guidata da cambiamenti nella forma cellulare e dall’estensione convergente 404 SCHEDA 9D BIOLOGIA CELLULARE I recettori Eph e i loro ligandi efrine 406 SCHEDA 9E MEDICINA Difetti del tubo neurale 406 La migrazione cellulare 407 9.15 La cresta neurale embrionale dà origine a una vasta gamma di diversi tipi cellulari 407 9.16 La migrazione della cresta neurale è controllata da segnali ambientali 408 9.17 La formazione del primordio della linea laterale nei pesci è un esempio di migrazione cellulare collettiva 410 9.18 La chiusura dorsale in Drosophila e la chiusura ventrale in Caenorhabditis elegans avvengono mediante l’azione dei filopodi 411 La dilatazione orientata 413 9.19 L’estensione successiva e l’irrigidimento della notocorda avvengono per dilatazione orientata 413 9.20 L’embrione di nematode si allunga contraendo le cellule dell’ipoderma nel senso della circonferenza 413 RIASSUNTO DEL CAPITOLO 9 414 DOMANDE DI FINE CAPITOLO 415 CAPITOLO 10 Cellule germinali, fecondazione e determinazione del sesso 420 Lo sviluppo delle cellule germinali 421 10.1 Il destino delle cellule germinali in alcuni embrioni è determinato da uno specifico plasma germinale presente nella cellula uovo 422 10.2 Nei mammiferi le cellule germinali sono indotte dalle interazioni cellula-cellula durante lo sviluppo 425 10.3 Le cellule germinali migrano dal loro sito di origine alle gonadi 426 10.4 Le cellule germinali sono guidate verso la loro destinazione finale da segnali chimici 427 10.5 Il differenziamento delle cellule germinali comprende il dimezzamento del numero di cromosomi attraverso il processo di meiosi 428 SCHEDA 10A I globuli polari 429 10.6 Lo sviluppo degli oociti può comportare amplificazione genica e contributi da parte di altre cellule 432 10.7 Fattori citoplasmatici mantengono la totipotenza dell’uovo 432 10.8 Nei mammiferi alcuni geni che controllano la crescita embrionale sono soggetti a imprinting 433 La fecondazione 437 10.9 La fecondazione richiede l’interazione tra le superfici cellulari dell’oocita e dello spermatozoo 437 10.10 Al momento della fecondazione cambiamenti nella membrana plasmatica dell’oocita e nei suoi involucri protettivi bloccano la polispermia 439 10.11 La fusione dell’oocita e dello spermatozoo causa un’ondata di calcio che dà luogo all’attivazione dell’oocita 441 La determinazione del fenotipo sessuale 443 10.12 Il gene principale della determinazione del sesso nei mammiferi è sul cromosoma Y 444 10.13 Il fenotipo sessuale nei mammiferi è regolato dagli ormoni prodotti dalle gonadi 445 10.14 In Drosophila il segnale primario per la determinazione del sesso è il numero dei cromosomi X che agisce autonomamente in ciascuna cellula 447 10.15 Lo sviluppo sessuale somatico in C. elegans è determinato dal numero di cromosomi X 449 10.16 La determinazione sessuale delle cellule germinali dipende sia da segnali cellulari che dalla costituzione genetica 450 10.17 Varie strategie compensano il dosaggio dei geni sul cromosoma X 452 RIASSUNTO DEL CAPITOLO 10 456 DOMANDE DI FINE CAPITOLO 457 CAPITOLO 11 Organogenesi 461 L’arto dei vertebrati 462 11.1 L’arto dei vertebrati si sviluppa dall’abbozzo dell’arto 463 11.2 I geni espressi nel mesoderma della piastra laterale sono coinvolti nella specificazione della posizione e del tipo di arto 464 11.3 La cresta ectodermica apicale è necessaria per l’accrescimento dell’arto e per la formazione delle strutture lungo l’asse prossimo-distale dell’arto 466 11.4 L’accrescimento dell’abbozzo dell’arto implica il comportamento orientato delle cellule 468 11.5 La formazione del pattern dell’arto richiede informazioni di posizione 469 11.6 È ancora materia di dibattito come venga specificata la posizione dell’abbozzo dell’arto lungo l’asse prossimo-distale 470 SCHEDA 11A MEDICINA I teratogeni e le conseguenze dei danni agli embrioni in via di sviluppo 472 11.7 La regione polarizzante specifica la posizione lungo l’asse antero-posteriore dell’arto 474 SCHEDA 11B Informazioni di posizione e gradienti di morfogeno 476 11.8 Sonic hedgehog è il morfogeno della regione polarizzante 477 SCHEDA 11C MEDICINA Dita soprannumerarie: le mutazioni che colpiscono la formazione del pattern antero-posteriore possono causare polidattilia 478 SCHEDA 11D BIOLOGIA CELLULARE Il segnale di Sonic hedgehog e il ciglio primario 479 11.9 Non è ancora noto come venga codificata l’identità delle dita 480 11.10 L’ectoderma controlla la formazione dell’asse dorso-ventrale dell’arto 481 11.11 Lo sviluppo dell’arto è integrato grazie alle interazioni tra i centri di segnalazione 483 11.12 Interpretazioni diverse degli stessi segnali di posizione producono arti diversi 483 11.13 I geni Hox forniscono molteplici contributi alla formazione del pattern degli arti 484 SCHEDA 11E Meccanismi di reazione-diffusione 487 11.14 L’auto-organizzazione può essere coinvolta nello sviluppo dell’abbozzo dell’arto 488 11.15 Il tessuto connettivo specifica il pattern dei muscoli dell’arto 489 11.16 Lo sviluppo iniziale di cartilagine, muscoli e tendini è autonomo 490 11.17 La formazione delle articolazioni implica segnali secreti e stimoli meccanici 491 11.18 La morte cellulare programmata determina la separazione delle dita 491 Le ali e le zampe degli insetti 493 11.19 L’ala dell’adulto emerge al momento della metamorfosi dopo il piegamento e l’evaginazione del disco immaginale dell’ala 494 11.20 I segnali provenienti dal confine tra il compartimento anteriore e quello posteriore specificano il pattern dell’ala di Drosophila lungo l’asse antero-posteriore 496 11.21 I segnali provenienti dal confine tra il compartimento dorsale e quello ventrale specificano il pattern dell’ala di Drosophila lungo l’asse dorso-ventrale 498 11.22 Vestigial è un regolatore chiave dello sviluppo dell’ala che agisce per specificarne l’identità e controllarne la crescita 499 11.23 Non è ancora chiaro come si formi il pattern dell’asse prossimo-distale dell’ala di Drosophila 501 11.24 La specificazione del pattern del disco della zampa è simile a quella del disco dell’ala, tranne che per l’asse prossimo-distale 501 11.25 I disegni delle ali delle farfalle sono organizzati da ulteriori campi di posizione 504 11.26 Differenti dischi immaginali possono avere gli stessi valori di posizione 504 Gli occhi dei vertebrati e degli insetti 507 11.27 L’occhio dei vertebrati si sviluppa principalmente dal tubo neurale e dall’ectoderma della testa 508 11.28 La formazione del pattern dell’occhio di Drosophila richiede le interazioni tra cellule 513 I polmoni dei vertebrati e il sistema tracheale degli insetti 516 11.29 Il polmone dei vertebrati si sviluppa mediante ramificazione di tubi epiteliali 517 11.30 Il sistema tracheale di Drosophila è il principale esempio di morfogenesi di ramificazione 519 I vasi sanguigni e il cuore dei vertebrati 521 11.31 Il sistema vascolare si sviluppa per vasculogenesi, seguita da angiogenesi per gemmazione (sprouting) 521 11.32 Lo sviluppo del cuore dei vertebrati comporta la morfogenesi e la specificazione del pattern di un tubo mesodermico 523 I denti 527 11.33 Lo sviluppo dei denti richiede le interazioni epiteliali-mesenchimali e un codice dei geni homeobox specifica l’identità dei denti 528 RIASSUNTO DEL CAPITOLO 11 530 DOMANDE DI FINE CAPITOLO 531 CAPITOLO 12 Lo sviluppo del sistema nervoso 538 Specificazione dell’identità cellulare nel sistema nervoso 540 12.1 La regionalizzazione iniziale del cervello dei vertebrati prevede l’azione di segnali prodotti da organizzatori locali 540 12.2 Centri locali di segnalazione organizzano il cervello lungo l’asse antero-posteriore 541 12.3 La corteccia cerebrale è organizzata da segnali che provengono dalla regione di segnalazione ANR 542 12.4 Il romboencefalo è segmentato in rombomeri dai confini di restrizione della linea cellulare differenziativa 543 12.5 I geni Hox forniscono informazioni posizionali al romboencefalo in via di sviluppo 545 12.6 Lo schema di differenziamento cellulare lungo l’asse dorso-ventrale del midollo spinale dipende da segnali ventrali e dorsali 546 12.7 I sottotipi neuronali nel midollo spinale ventrale sono specificati dal gradiente ventrale-dorsale di Shh 548 12.8 I motoneuroni del midollo spinale localizzati in diverse posizioni dorso-ventrali proiettano a diversi muscoli del tronco e dell’arto 549 12.9 Il pattern antero-posteriore nella spina dorsale è determinato in risposta ai segnali secreti dal nodo embrionale e dal mesoderma adiacente 551 La formazione e la migrazione dei neuroni 552 12.10 I neuroni in Drosophila nascono dai cluster proneurali 552 12.11 Lo sviluppo dei neuroni in Drosophila coinvolge divisioni cellulari asimmetriche e cambiamenti temporali nell’espressione genica 554 SCHEDA 12A Specificazione degli organi sensoriali di Drosophila adulta 556 12.12 La produzione di neuroni nei vertebrati richiede l’inibizione laterale come in Drosophila 557 12.13 Nei vertebrati i neuroni si generano nella zona proliferativa del tubo neurale e migrano verso l’esterno 558 SCHEDA 12B ESPERIMENTI La datazione della nascita dei neuroni corticali 560 12.14 Molti interneuroni corticali migrano tangenzialmente 561 La guida assonale 563 12.15 Il cono di crescita controlla il percorso seguito dall’assone in crescita 563 SCHEDA 12C Lo sviluppo dei circuiti neuronali nel riflesso patellare 565 12.16 Gli assoni dei motoneuroni nell’arto di pollo sono guidati dalle interazioni efrina-Eph 566 12.17 Gli assoni che attraversano la linea mediana vengono sia attratti che respinti 568 12.18 I neuroni della retina creano connessioni ordinate con i centri visivi del cervello 569 La formazione e il perfezionamento delle sinapsi 574 12.19 La formazione delle sinapsi richiede interazioni reciproche 575 SCHEDA 12D MEDICINA Autismo: un disordine dello sviluppo che coinvolge la disfunzione delle sinapsi 577 12.20Molti motoneuroni muoiono durante il normale sviluppo 578 12.21 La morte cellulare neuronale e la sopravvivenza richiedono fattori intrinseci ed estrinseci 579 12.22La mappa dall’occhio al cervello è affinata dall’attività neurale 580 RIASSUNTO DEL CAPITOLO 12 583 DOMANDE DI FINE CAPITOLO 584 CAPITOLO 13 Crescita, sviluppo postembrionale e rigenerazione 589 La crescita 590 13.1 Lo sviluppo dei tessuti può avvenire per proliferazione cellulare, ingrandimento cellulare o accrezione 591 13.2 La proliferazione cellulare è controllata dalla regolazione del ciclo cellulare 592 13.3 La divisione cellulare durante i primi stadi dello sviluppo può essere controllata da un programma intrinseco di sviluppo 594 13.4 La divisione, la crescita e la morte cellulare nello sviluppo delle ali in Drosophila sono coordinate da segnali estrinseci 595 SCHEDA 13A BIOLOGIA CELLULARE La via di segnalazione di Hippo in Drosophila e nei mammiferi 596 13.5 Il cancro può essere causato da mutazioni dei geni che controllano la proliferazione cellulare 597 13.6 I meccanismi di controllo delle dimensioni differiscono a seconda dell’organo 599 13.7 La massa corporea complessiva dipende dall’entità e dalla durata della crescita 602 13.8 Gli ormoni e i fattori di crescita coordinano la crescita di differenti tessuti e organi e contribuiscono alla determinazione della massa corporea complessiva 602 SCHEDA 13B Il principale regolatore della massa corporea nei cani è l’asse ormone della crescita-IGF-1 604 13.9 L’accrescimento delle ossa lunghe dimostra come la crescita può essere determinata dalla combinazione di un programma di crescita intracellulare e fattori estrinseci 605 SCHEDA 13C Il rapporto della lunghezza delle dita è determinato nell’embrione 606 13.10 La quantità di nutrimento ricevuto da un embrione può avere effetti profondi dopo la nascita 609 La muta e la metamorfosi 610 13.11 Gli artropodi crescono per muta 611 13.12 La dimensione del corpo negli insetti è determinata dal tasso e dalla durata della crescita larvale 611 13.13 La metamorfosi negli anfibi è soggetta al controllo ormonale 614 La rigenerazione 616 13.14 Esistono due tipi di rigenerazione: morfallassi ed epimorfosi 617 SCHEDA 13D La rigenerazione in Hydra 617 SCHEDA 13E La rigenerazione nella planaria 619 13.15 La rigenerazione negli arti degli anfibi e degli insetti avviene per epimorfosi 621 13.16 La rigenerazione degli arti degli anfibi comprende dedifferenziamento cellulare e nuova crescita 621 13.17 La rigenerazione dell’arto negli anfibi dipende dalla presenza dei nervi 625 13.18 Il blastema dell’arto dà origine a strutture con valore posizionale distale rispetto al sito di amputazione 626 13.19 L’acido retinoico può cambiare i valori posizionali prossimo-distali negli arti in rigenerazione 628 13.20I mammiferi possono rigenerare le estremità delle dita 630 13.21 Gli arti degli insetti intercalano i valori posizionali mediante crescita sia prossimo-distale sia intorno alla circonferenza 630 SCHEDA 13F Perché non possiamo rigenerare i nostri arti? 631 13.22La rigenerazione del cuore in zebrafish prevede la ripresa della divisione cellulare nei cardiomiociti 633 L’invecchiamento e la senescenza 636 13.23I geni possono alterare i tempi della senescenza 637 13.24La senescenza blocca la moltiplicazione cellulare 639 RIASSUNTO DEL CAPITOLO 13 640 DOMANDE DI FINE CAPITOLO 641 CAPITOLO 14 Evoluzione e sviluppo 646 SCHEDA 14A I fringuelli di Darwin 648 L’evoluzione dello sviluppo 649 14.1 L’approccio genomico svela l’origine dei metazoi 649 14.2 Gli organismi multicellulari si sono evoluti da antenati unicellulari 651 I cambiamenti evolutivi dello sviluppo embrionale 652 14.3 I complessi dei geni Hox si sono evoluti mediante duplicazione genica 653 14.4 Cambiamenti nei geni Hox e nei loro geni bersaglio sono responsabili dello sviluppo e della diversificazione del piano corporeo dei bilateri 655 14.5 Differenze di espressione dei geni Hox causano variazioni nella posizione e nella tipologia delle appendici pari degli artropodi 657 14.6 Il piano corporeo degli artropodi e dei vertebrati è simile, ma l’asse dorso-ventrale è invertito 661 14.7 Gli arti si sono evoluti dalle pinne 662 14.8 Gli arti si sono evoluti per svolgere funzioni specializzate differenti 664 SCHEDA 14B Come si sono evolute le ali degli uccelli 666 14.9 L’evoluzione adattativa all’interno di una medesima specie permette di studiare le basi dello sviluppo dei cambiamenti evolutivi 667 SCHEDA 14C ESPERIMENTI La riduzione delle spine pelviche negli spinarelli marini si basa su mutazioni in una regione regolatrice genica 668 14.10 L’evoluzione di differenti tipi di occhi in gruppi di animali diversi è un esempio di evoluzione parallela attraverso l’utilizzo di un circuito primitivo 669 14.11 Le strutture embrionali hanno acquisito nuove funzioni durante l’evoluzione 670 I cambiamenti temporali nei processi di sviluppo 673 14.12 Cambiamenti temporali nella crescita possono modificare la forma degli organismi 673 14.13 I tempi dei processi di sviluppo possono cambiare durante l’evoluzione 674 14.14 L’evoluzione dei cicli vitali ha ripercussioni sullo sviluppo 676 RIASSUNTO DEL CAPITOLO 14 677 DOMANDE DI FINE CAPITOLO 678 BIBLIOGRAFIA 679 Indice analitico 683
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