Bill Bernbach e la rivoluzione creativa. Il mito di un personaggio e di un movimento che hanno cambiato la storia della pubblicità

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- ISBN/EAN
- 9788846483621
- Editore
- Franco Angeli
- Collana
- La cultura della comunicazione
- Formato
- Brossura
- Anno
- 2013
- Pagine
- 264
Disponibile
29,50 €
A un’America malata di gigantismo, propose di “pensare in piccolo”; agli americani che sognavano di diventare tutti dei numeri 1, suggerì che “essere numero 2 è meglio”: queste alcune indimenticabili campagne pubblicitarie del leggendario Bill Bernbach, il pubblicitario più famoso del XX secolo. Il libro racconta come Bill riuscì a farsi strada e a far da battistrada per tutto il movimento della cosiddetta “rivoluzione creativa”, contro un potente establishment pubblicitario governato da una rigida e chiusa elite Wasp. Nel libro troverete le sue campagne più famose insieme al suo modo di pensare e lavorare. Mara Mancina, copywriter in diverse agenzie, opera come free-lance ed è docente di Teorie e tecniche della comunicazione pubblicitaria all’Universita di Milano.
Maggiori Informazioni
Autore | Mancina Mara |
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Editore | Franco Angeli |
Anno | 2013 |
Tipologia | Libro |
Collana | La cultura della comunicazione |
Lingua | Italiano |
Indice | Parte I. La storia Qual è il clima sociale nell’America degli anni Cinquanta e Sessanta (Gli effetti del New Deal e della seconda guerra mondiale; Gli anni ’50, ovvero la società dei consumi e della classe media; L’età dell’oro della TV; Gli anni ’60: il cambiamento è maturo; La pubblicità aspetta la sua rivoluzione) L’ambiente pubblicitario in America nel periodo che precede la rivoluzione creativa (Il paradiso perduto; Il dopoguerra; Gli investimenti ci sono, la creatività no; Sempre più potere alle ricerche; Rosser Reeves: la pubblicità non è arte; La discriminazione etnica e il conformismo delle agenzie in abito grigio) Bill Bernbach, l’uomo che guida la svolta (Come si prepara una rivoluzione di successo?; E come si comincia?; Le prime campagne fanno attrazione; La cosa diventa seria) La rivoluzione creativa è scoppiata (Effetti immediati dell’esplosione; Il potere ai creativi; L’establishment fa resistenza) Il cambiamento si allarga a macchia d’olio (Dalla DDB si propaga il primo virus; Il virus si diffonde; Il contagio arriva alle grandi agenzie; Un virus a sé: il caso David Ogilvy e della sua agenzia) Risultati immediati e risultati permanenti (Bernbach e la sua agenzia diventano i nuovi trend setter del mercato; I riflessi dei movimenti degli anni ’60, Cambia il vento, ma non cambia il senso; La rivoluzione creativa emigra) Parte II. I documenti La vita di Bill Bernbach (Il suo nido, Bill esce dal guscio; La pubblicità come vocazione; Bill fa carriera; Comincia l’avventura più grande; L’avventura non è più un’avventura; Arrivato il successo, Bill se ne va; L’addio a Bill) Le campagne prima di Volkswagen (Ohrbach’s, il primo cliente non si scorda mai; Levy’s, ovvero il coraggio di dichiararsi ebrei; Polaroid scopre il lato emotivo della DDB; El Al, volare in casa) Volkswagen, Volkswagen e ancora Volkswagen (Un’auto nazista in un’agenzia filoebrea?; Trasformare i difetti in virtù; I primi annunci più famosi; La campagna continua; La voce di chi allora c’era) Le campagne dopo Volkswagen (Avis, secondi è meglio; Chivas Regal, uno scozzese non certo stupido; American Airlines, volare più alto degli altri; Mobil, il valore della vita; Alka-Seltzer, premiato ma controverso) Gli scritti che Bill ci ha lasciato (Prefazione al libro Tecnica per produrre idee; La lettera ai capi della Grey Advertising; Estratto dall’intervista a Bill del 1965 di Denis Higgins per Advertising Age; Dedica scritta per un libro mai scritto; Raccolta di frasi famose di Bill) Le testimonianze di chi l’ha conosciuto (Pasquale Barbella, Bill Bernbach: il piu amato, il più tradito; Ambrogio Borsani Bernbach, maestro di understatement; Gianfranco Marabelli, La differenza fra ‘Oh’ e ‘Ah’; Marco Mignani, Bill Bernbach, come l’ho conosciuto io; Luigi Montaini Anelli, My American Dream: DDB; David Ogilvy, Maybe he’s right, Forse ha ragione lui; Gianni Pincherle, How can you storyboard a smile?; Marco Vecchia, Quando finirono le favole). |
Stato editoriale | In Commercio |
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