«All'aeroporto romano, insieme alle bombe di Abu Nidal, è anche scoppiata la bomba della questione stranieri». Questa la sintesi di un osservatore coevo per descrivere gli effetti della strage di Fiumicino del 27 dicembre 1985 sul rapporto tra la società italiana e il mondo dell'immigrazione. A partire da quel momento per una parte della classe dirigente, del circuito mediatico e dell'opinione pubblica italiana i termini immigrato e terrorista divennero praticamente sinonimi e l'immigrazione venne letta attraverso la lente deformante della cronaca nera: nel discorso pubblico essa fu rappresentata come l'elemento strategico di una guerra non convenzionale condotta con le armi del terrorismo e gli immigrati furono dipinti come l'esercito nemico o la «quinta colonna» dell'esercito nemico: «Annibale non è alle porte - si poteva leggere in quei giorni su un quotidiano - lo abbiamo già in casa».
Maggiori Informazioni
Autore
Martellini Amoreno
Editore
Il Mulino
Anno
2025
Tipologia
Libro
Collana
Percorsi
Lingua
Italiano
Indice
Prologo. Strage 1. Un minuto di terrore 2. Il contesto internazionale 3. La situazione politica interna 4. Le reazioni istituzionali 5. Politica e immigrazione nell’Italia dei primi anni ottanta I. Genealogia di un attentato 1. Roma città aperta 2. L’escalation del 1985 3. «Roma e il crimine» 4. Voci di Roma II. La costruzione del nemico interno 1. L’esercito nemico. Guerra e immigrazione 2. «La paura fa diventare cattivi» 3. Una nuova matrice del terrore? 4. «Pulendo il sottobosco si evitano gli incendi». Immigrazione e criminalità III. Ricadute 1. L’eterogenesi dei fini 2. Passeurs 3. L’iniziativa parlamentare. La legge Foschi IV. Gli italiani e il razzismo 1. La tradizione migratoria e la buona coscienza 2. Flashback 3. Gli italiani sono razzisti? 4. Le inchieste giornalistiche 5. Epilogo. Villa Literno: le parole già dette Indice dei nomi