Anatomia Patologica Differenziale

La conoscenza delle basi anatomopatologiche della Medicina è sicura guida per un adeguato orientamento diagnostico, prognostico, tera¬peutico. II Malato denunzia sintomi che vanno valutati anche in chia¬ve anatomoistocitopatologica. Quasi mai egli si presenta con diagno¬si già definita. La preparazione professionale ed il buon senso del Medico, spesso senza la possibilità di una collaborazione da parte del Paziente, dovranno dapprima centrare e poi costruire la nosologia dei singoli casi. II criterio guida di tale costruzione può essere vario e va pur sempre alacremente integrato dalle efficienti capacità di superelaboratore elettronico della mente umana. II Sanitario potrà esaminare il Malato orientandosi dapprima in base all'età, al sesso, alla razza, alla condi¬zione igienico-socio-economica; potrà invece basarsi, se meglio cre¬de, su criteri ezio-epidemiologici; preferirà in altri casi analizzare si¬stematicamente i vari organi ed apparati; potrà altrimenti procedere con criterio anatomotopografico; ecc. Non è imponibile, sembra evi¬dente, una procedura operativa fissa; l'importante è che nulla venga trascurato nella sistematicità delle indagini e nulla venga lasciato ad allettante senso di deresponsabilizzazione professionale, perché «tan¬to a quel caso isolato qualcun altro ci penserà». Da anni nel nostro insegnamento di Anatomia patologica cerchiamo di trattare non solo vari capitoli sistematici della disciplina alternan¬doli con presentazione di casistica necroscopica in cui emergono sem¬pre estemporanee «sorprese di autopsia», ma dedichiamo sempre qualche lezione ai cosiddetti argomenti «a sintomo». Queste infatti paiono le domande che, ai fini del superamento dell'esame, maggior¬mente preoccupano gli allievi, ma che peraltro (lo si ripete spesso) co¬stituiscono «la» domanda che sistematicamente il Paziente pone al Medico