«I badogliani con sulle spalle il fazzoletto azzurro e i garibaldini col fazzoletto rosso e tutti, o quasi, portavano ricamato sul fazzoletto il nome di battaglia. La gente li leggeva come si leggono i numeri sulla schiena dei corridori ciclisti. Nomi romantici e formidabili che andavano da Dinamite a Rolando» Beppe Fenoglio Il 1789 segna una svolta storica: la Rivoluzione francese dà vita alla politica moderna. I simboli che nascono da questo fervore sostituiscono l'araldica aristocratica, incarnando ideali di libertà, uguaglianza e fraternità. Esattamente due secoli dopo, nel 1989, il crollo del Muro di Berlino segna un altro capitolo, portando alla crisi dei grandi sistemi ideali e dei linguaggi politici tradizionali. E in Italia cosa succede? Mentre la popolazione colta si avvicina agli ideali politici tramite la lettura, i ceti popolari si connettono a principi e valori attraverso le emozioni. Sono quelle suscitate da canti e colori, abiti e bandiere, dalle grandi manifestazioni di piazza e da quelle private, fino ai nomi dati ai bambini per sfida e per protesta. Stefano Pivato racconta la storia vivace e fragorosa della passione politica.
Maggiori Informazioni
Autore
Pivato Stefano
Editore
Il Mulino
Anno
2025
Tipologia
Libro
Collana
Intersezioni
Lingua
Italiano
Indice
I. Le origini della comunicazione politica La costruzione di un linguaggio Analfabeti che leggono Il dialetto della politica Fra politichese e voci fuori dal coro La politica «moderna» Emozioni in festa Luoghi della comunicazione politica II. «Attraverso gli occhi il cuore si riempie»: la morte Berlinguer e Togliatti Felice Cavallotti: la trasformazione del funerale in manifestazione politica Quando muore il «padre» Cesira di Spadò: «Una bona ripobblicana» La morte e l’antifascismo In esilio In camicia nera Il ritorno del funerale sovversivo La morte del funerale civile III. Colori Dalle ideologie a colori alla politica in bianco e nero Il rosso e il nero Il rosso e il bianco Blu Colori che fanno rumore «L’Asino» e «Il Mulo» La politica si tinge di giallo «Réclame» Nero o rosso? Nero o rosso? Il ritorno dei colori Tutti sotto le insegne del tricolore Colorare le bandiere Post scriptum IV. Vestire le ideologie Da Elly Schlein a «Madame Véto» L’abito fa la Rivoluzione L’allegoria della Marianna Dal berretto frigio al cappello alla Ernani Barbe e pizzetti Novecento Le divise dei partigiani L’abito per entrare nella stanza dei bottoni Dalle magliette a strisce all’eskimo V. Il canto, «battito di un cuore gigantesco» Dalla «Marsigliese» a «Bella ciao»: cambi di testimone Passioni Risorgimento e socialismo Dal teatro all’osteria La leggenda del Piave «Faccetta nera» Nel dopoguerra VI. Fra tempo laico e nomi profani Le origini del calendario civile Il Risorgimento I nuovi «santi» I martiri del libero pensiero L’importanza di chiamarsi Garibaldo La geografia ideale del Risorgimento «Nostra patria è il mondo intero» Teologie civili Fine del nome ideologico e fine della politica Indice dei nomi