A canestro dal 1924. Il basket sardo si racconta

Quando Nando mi ha chiesto di fare la prefazione del suo (secondo) libro sulla storia del basket sardo ho accettato subito. Al volo: per due motivi. Il primo è che me líha chiesto lui, un amico con il quale avevo già condiviso la bellissima esperienza di scrivere assieme la mia biografia (Il mio basket è di chi lo giocaî), una esperienza eccezionale soprattutto sul versante emotivo che ha trasformato un leale rapporto tra due persone (un allenatore e un giornalista) che si stimavano in un rapporto ancora più solido, intenso, confidenziale. La seconda ragione è che è la storia del basket di una terra che è diventata la mia terra: dove avevo già deciso di vivere in tempi non sospetti, primíancora cioè di vincere lo Scudetto (e tutto il resto). Ho la residenza ad Alghero dove ho un terreno nel quale coltivo olive, mirto e anche un poí di uva, ho tanti amici nell'isola, a Sassari come a Cagliari, ovunque. Ho soprattutto tantissimi ricordi. Non soltanto recenti legati alle gioie della Dinamo. Anche lontanissimi: ho giocato contro il Brill nella poule scudetto del 1977. Sar‡ bello ora rivivere quei giorni da giocatore e poi da coach in questo libro. Non ho dubbi che sar‡ bello: lo sarà soprattutto perchÈ Ë bella la storia di questo sport, la pallacanestro, in questa terra di giganti.

(Meo Sacchetti)